Luca Milani (Presidente del Consiglio comunale): “Dopo questo strano 25 Aprile siamo chiamati a sperimentare un nuovo modello di sviluppo urbano e sociale”

Ricordato il 50° anniversario della Giornata della Terra

“Avrei tante cose da dire su come abbiamo vissuto questo “strano 25Aprile”, ma tante, sono già state dette e ciascuno di noi lo ha vissuto secondo il proprio modo di essere e di sentire; tra poco ci accingeremo a vivere anche uno “strano 1 Maggio”. Per la prima volta della nostra storia ricorrenze virtuali senza piazze, senza corpi, senza canti, senza bandiere, senza persone. Resta tuttavia intatto il grande valore politico, sociale e simbolico. Oggi più che mai – ha detto il presidente del Consiglio comunale Luca Milani nel corso di una comunicazione in Consiglio comunale – credo che sia importante, quando le norme lo consentiranno, che queste ricorrenze siano partecipate fisicamente perché la società è cambiata negli anni, il mondo del lavoro si è trasformato è allora necessario che questi momenti siano nuovamente e pienamente vissuti fisicamente insieme, affinché possano mantenere intatto il grande valore che hanno. La festa del 25 Aprile è la festa della Liberazione, cioè della libertà e della cittadinanza riconquistate contro il nazifascismo.

Oggi chi ha davvero a cuore il senso del 25 Aprile deve rivendicare le libertà dei diritti civili e delle libertà costituzionali, non tanto a mio giudizio per questa fase di gestione dell'emergenza a tutela della salute pubblica, quanto più in generale ad esempio rispetto al tema della nostra privacy della nostra libertà come individui. Stiamo dibattendo per la App di tracciamento del covid-19 e continuamente accettiamo che software di ogni tipo catturino informazioni su di noi autorizzandoli noi stessi, con noncuranza. Siamo continuamente sotto osservazione, ascoltati, tracciati, individuati, seguiti non da enti governativi ma società private.

E' vero siamo reclusi in casa e una delle nostre principali libertà l'abbiamo sospesa, e stiamo in casa non per paura semmai con paura, che il virus continui più forte di prima ad infiltrarsi tra di noi. Non abbiamo rinunciato alla libertà per paura ma per un gesto d'amore verso chi è più debole ed indifeso verso i tanti operatori sanitari che abbiamo visto stremati, essere presenti costantemente giorno dopo giorno al proprio posto di lavoro per aiutarci e curarci.

Non appena la fase di emergenza sanitaria più nera sembra passata in cavalleria, molti proiettati alla fase 2 sono già pronti a scalpitare ai blocchi di partenza per ripartire come prima. Non dobbiamo ripartire come prima. I tanti morti, i tanti sacrifici, il tanto dolore ci impongono di trasformare il dramma di questa pandemia in una occasione per ridisegnare il futuro. Chi pensa di riprendere presto quella corsa accelerata al consumo delle risorse naturali e urbane che ci ha condotti a mettere al centro della vita la rendita e il profitto immediato, fa male i conti con il futuro proprio e dei propri figli. Nell'immediato però il futuro più prossimo ho l'impressione che sia drammatico con tanti lavoratori che non avranno più il loro posto e tanti che si troveranno improvvisamente in stato di necessità. A maggior ragione occorre dare una prospettiva nuova. Firenze – aggiunge il presidente Luca Milani – non è una megalopoli, anzi ha la dimensione giusta per sperimentare un nuovo modello di sviluppo urbano e sociale che deve essere ripensato nella direzione di una crescita equilibrata e distribuita, facciamoci aiutare dalla tecnologia, dalla scienza ma facciamo qualcosa di nuovo. I nostri problemi ambientali lo erano prima con il centro sovraccarico di turisti, lo sono adesso con il centro svuotato, ci impongono un riequilibrio che non può però, avvenire da un'imposizione, ma da una scelta libera e consapevole, di una gran parte di cittadini se metteranno al primo posto il bene comune. Che vuol dire rinunciare a qualcosa in funzione del bene degli altri, rinunciare ad affitti esorbitanti per i fondi commerciali, a pagare il meno possibile le prestazioni dei lavoratori, a stare sempre aperti, a rinunciare agli affitti turistici per la residenza, ad usare la macchina ad ogni costo, a consumare acqua e cibo senza limite, a preferire l'io al noi. Saremo capaci anche come Consiglio comunale di interpretare un cambiamento del genere? Il 22 aprile – ha concluso il presidente del Consiglio comunale Luca Milani – è stato anche il Giorno della Terra in modo particolare ricorreva il 50 anniversario, ritengo che non sia possibile che il Consiglio comunale di Firenze non ponga la sua attenzione, la sua riflessione su tutti questi temi”. (s.spa.)

Scroll to top of the page