Maria Federica Giuliani (Vice Presidente Consiglio comunale): “Pregiudizi sulle donne anche nelle sentenze”

“È ora di passare dalle parole ai fatti”

Siamo alla quarantesima donna vittima di femminicidio dall’inizio dell’anno. Praticamente una vittima ogni tre giorni. Adesso ci troviamo davanti ad una sentenza che ci auguriamo farà scuola. Molto è stato fatto in questi anni grazie alle politiche di genere e pari opportunità – ha detto nel corso di una comunicazione in Consiglio comunale la vice presidente Maria Federica Giuliani – ma manca ancora quel cambiamento culturale necessario che viene prima delle parole e del “political correct”. È così succede che, con disarmante sessismo, una calciatrice non sia stata ammessa alla cena di gala di una partita di calcio, a scopo benefico, della Nazionale cantanti perché riservata ai soli uomini. “Da quando in qua le donne giocano a calcio” si è sentita dire Aurora Leone. Siamo nel 2021 e il movimento calcistico femminile si è ormai affermato anche in Italia: le Azzurre si sono qualificate ai Mondiali 2019, qualificazione che fu mancata dai colleghi uomini nel 2018.

Tornando alla sentenza – ha proseguito la vice presidente del Consiglio comunale Maria Federica Giuliani – l’Italia è stata condannata dalla Corte Europea di Strasburgo addirittura per aver violato i diritti di una presunta vittima di stupro. La vittimazione secondaria delle donne, purtroppo, è ancora molto presente e, come spesso avviene, la vittima diviene oggetto di attacchi.

Sono passati tredici anni da quel brutto fatto di cronaca che la nostra città ricorda molto bene. In primo grado, nel 2008, sette ragazzi furono condannati per stupro di gruppo alla Fortezza da Basso, per poi essere assolti con sentenza della Corte di Appello, impugnata giustamente dalla ragazza per il pregiudizio evidente in essa contenuta. È stato infatti riconosciuto che la sentenza della Corte d’appello di Firenze utilizzo “un linguaggio ed argomenti che veicolano pregiudizi sul ruolo delle donne esistenti nella società italiana” e, in alcuni passaggi, “non rispetta la vita privata e l’integrità personale” della vittima, con “parole colpevoli e moralistiche” che rischiano di “scoraggiare la fiducia delle vittime nella giustizia” violando l’articolo 8 della Convenzione dei Diritti umani secondo cui “ogni persona ha diritto al rispetto della propria vita personale e professionale”. Una sentenza – conclude la vice presidente del Consiglio comunale Maria Federica giuliani – che parla chiaro e, ci auguriamo, faccia scuola nei nostri tribunali perché ogni persona ha diritto al rispetto della propria vita personale e professionale”. (s.spa.)

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