“La presenza di Mariela Castro in Italia è una presa in giro senza precedenti. La figlia del dittatore Raúl Castro intende riciclare ancora una volta un sistema politico monopartitico, che persegue la libertà di espressione e che attualmente ha 1.157 prigionieri politici. Venire a parlare di “famiglia” in Italia quando viene da un Paese dove migliaia di famiglie sono state distrutte vittime di esodo e persecuzione politica, venire a parlare dei diritti della comunità LGBTIQ+ come rappresentante di un regime criticato per aver creato le Unità militari di supporto alla produzione (UMAP), campi di concentramento dove gli omosessuali venivano internati e condannati ai lavori forzati, è un paradosso”. Lo scrive il giornalista Paolo Manzo e noi non avremmo potuto dirlo meglio.
Ci piacerebbe capire se il sindaco Nardella e il presidente del Consiglio comunale Milani, che stamattina hanno ricevuto con tutti gli onori la signora Castro, si riconoscano nella dittatura comunista cubana. Un regime sanguinario che ha provocato soltanto morte e disperazione.
Davvero il Comune di Firenze pensa di fare cosa giusta a srotolare il tappeto rosso per una figura come questa?
Credo, personalmente, che gli onori tributati da sindaco e presidente del Consiglio comunale siano un atto non degno per la Città di Firenze”.
Questo l’intervento del vice presidente del Consiglio comunale e consigliere del gruppo Centro Emanuele Cocollini
(fdr)