Il capogruppo di Forza Italia Mario Razzanelli ha presentato durante il Consiglio Comunale un “Question Time”, sui provvedimenti restrittivi per chi non ha il Green Pass al quale ha risposto l’assessora al welfare Sara Funaro.
“L’assessora Funaro non ha risposto esaurientemente alla mia domanda poichè ho illustrato un’intervista del dottor Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei medici del Lazio che ha dichiarato che non esiste una divisione manichea tra vaccinati e non vaccinati. Il vaccino assume carattere di protezione individuale per limitare, in particolare per pazienti a rischio, possibili conseguenze patologiche gravi ma non per evitare il pericolo contagio dell’infezione. Il vaccino non impedisce al vaccinato di essere un contagiante come il non vaccinato: entrambi potenzialmente lo sono. Quindi il vaccinato che pensa di proteggere gli altri in realtà può essere infettato ed essere un soggetto infettante. Quindi deve esser chiaro che dichiarare che il non vaccinato è un pericolo pubblico per gli altri è fuorviante! È un pericolo per sé stesso, può prendere la malattia in tutte le sue fasi e non è escluso che possa anche finire in terapia intensiva. Il problema è la corretta comunicazione medico-paziente. Se si scopre che uno dei due bara l’alleanza si rompe e c’è la diffidenza. Per vaccinarsi non ci vuole la diffidenza. Non ci vuole un messaggio di scontro ma un messaggio di convincimento.
Questo – aggiunge Razzanelli – si ha con una informazione trasparente. Non possiamo obbligare le persone a vaccinarsi con il ricatto della restrizione della loro libertà e dei diritti garantiti dalla Costituzione. Il Green Pass, che di fatto si configura come un obbligo vaccinale, confligge con la richiesta di sottoscrizione del consenso informato da parte del cittadino al momento della somministrazione del siero. Non si può infatti pretendere che il cittadino si assuma la responsabilità per gli effetti collaterali che possono essere anche letali e richiamare in modo autoritario la popolazione alla vaccinazione. E’ un vulnus giuridico: lo Stato si assuma la responsabilità che le aziende farmaceutiche non hanno voluto assumersi e cancelli l’obbligo del consenso informato”.