Mirco Rufilli (PD): “#ilgiornodopo ci deve ricordare l’importanza del rispetto #ilgiornoprima”

“Ho deciso di portare il tema de #ilgiornodopo in Consiglio comunale dopo aver visto centinaia di storie collegate a questo hashtag che in questi giorni hanno invaso i social.

Nasce tutto dal video di Beppe Grillo, di due settimane fa, dove  Grillo – spiega il consigliere del gruppo del Partito Democratico Mirco Rufilli – a difesa del figlio accusato di stupro pronuncia una frase grave nella forma e nella sostanza: “Una donna che è stata stuprata il giorno dopo non va a fare kitesurf e non denuncia dopo 8 giorni!”.

Grazie al coraggio di Eva Dal Canto, che ha raccontato la sua storia di violenza subita e “il suo giorno dopo” nasce questo hashtag che fa emergere un mondo di violenze e soprusi, ma anche di attenzioni indesiderate, nelle scuole, in famiglia, al mare, di giorno, di sera.

Non solo violenze fisiche, ma anche intimidazioni quotidiane che culturalmente pongono la donna in situazioni di disagio o violenza da uomini di vario genere, di età differenti, perché non c’è un cliché dell’uomo violento o intimidatore.

Le centinaia di storie di ragazze, donne, ma anche di uomini che hanno subito violenze, raccontano di come chi ha subito violenza abbia cercato #ilgiornodopo di dimenticare, di provare a fare finta di niente per mesi, a volte per anni…

Storie che raccontano che #ilgiornodopo di chi ha subito violenza non può essere giudicato, c’è chi si è chiuso in se stesso, chi è andato in palestra o chi come Eva è andata a scuola.

E allora – prosegue il consigliere PD Mirco Rufilli – oggi ho voluto invitare gli uomini a cercare questo hashtag per prendere consapevolezza di quali sono gli atteggiamenti vissuti come intimidatori.

E se ancora oggi viviamo in una società che respira educazione con vincoli patriarcali, dove le donne si vergognano a denunciare perché si sentono in colpa o per paura di essere escluse o giudicate, credo sia giunto il momento per noi uomini di assumerci le nostre responsabilità culturali in fatto di rispetto, perché non c’è legge o norma che può contrastare alcuni atteggiamenti, se non la cultura del rispetto.

Allora assumiamoci la responsabilità in fatto di educazione al rispetto, perché siamo babbi che non devono insegnare solo alle figlie a “stare attente” e a difendersi ma possiamo insegnare ai nostri figli maschi quale sia il giusto modo di approcciarsi all’altro sesso e alla sessualità.

Siamo uomini che possono avere anche attenzione per il comportamento di altri uomini e condannarne alcuni atteggiamenti.

E siamo uomini – conclude il consigliere PD Mirco Rufilli – che non devono mai voltarsi dall’altra parte se vedono, non solo aggredire, ma anche intimidire o mettere qualcuno in difficoltà, perché  questa è la sicurezza più efficace che possiamo offrire.

Insomma, noi uomini dovremmo #ilgiornoprima rispettare le donne.

#ilgiornoprima rispettiamo le donne. (s.spa.)

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