Queste le dichiarazioni del Coordinatore Cittadino di Forza Italia Firenze e Capogruppo in Palazzo Vecchio di Forza Italia, Jacopo Cellai e del Responsabile Enti Locali di Forza Italia Firenze e Capogruppo al Quartiere 4 di Forza Italia, Davide Bisconti insieme al capogruppo Lega Federico Bussolin e al consigliere Emanuele Cocollini, il capogruppo di Fratelli d’Italia Alessandro Draghi e Ubaldo Bocci (Misto)
“La prima domanda da porre al Sindaco Nardella e al Presidente Dormentoni è se gli abitanti del palazzo di via Canova si cui è stato realizzato il murales raffigurante Antonio Gramsci siano stati interpellati e consultati. La sinistra si riempie la bocca della parola partecipazione, sarebbe grottesco che una scelta del genere fosse stata di fatto imposta senza alcuna interlocuzione con i residenti.
La seconda domanda è perché dedicare un murales a Gramsci. Perché se Gramsci è indubbiamente un importante intellettuale, un pensatore di grandissimo livello e un coraggioso politico antifascista del novecento, è allo stesso tempo un convinto comunista leninista: negava ogni pluralismo politico e sosteneva il partito unico che «liquidasse, anche con la forza armata, gli avversari»; intendeva creare uno stato totalitario, uno stato «etico ed educatore», riteneva il marxismo l'unica filosofia vera «integrale e totale», voleva delle rigorose «censure e selezioni» della cultura, considerava il Partito («Nuovo Principe») superiore alla morale, proponeva una rivoluzione che non doveva cambiare solo la società, ma anche l'uomo («riforma intellettuale e morale»), voleva creare una dittatura del proletariato («egemonia, cioè dominio + consenso»); voleva la fine della religione: «Il socialismo è la religione che deve ammazzare il cristianesimo».
Può una figura come quella di Gramsci conciliarsi con i valori di libertà e democrazia che ci dovrebbero accomunare? E soprattutto perché non scegliere come primo murales del quartiere un grande politico della nostra città come può essere stato Giorgio La Pira o Lando Conti che sicuramente hanno un collegamento più marcato di Gramsci con la nostra città ?
La terza domanda da porre ai nostri amministratori è perché realizzare il murales in via Canova. Per premiare il quartiere più rosso di Firenze ?
Un murales su Gramsci doveva essere accompagnato da un dibattito all’altezza del personaggio, non doveva essere una sorpresa sconosciuta ai più, ma forse Nardella e Dormentoni hanno preferito evitare il confronto”. (fdr)