Obbligo di fedeltà. Dmitrij Palagi e Antonella Bundu (Sinistra Progetto Comune): “La maggioranza contro la libertà di espressione”

“Il tema è anche locale, dato il nuovo codice di comportamento di Palazzo Vecchio”

Queste le dichiarazioni dei consiglieri di Sinistra Progetto Comune Dmitrij Palagi e Antonella Bundu

L’Assessora con delega specifica, sulla stampa, ci ha spiegato che le modifiche proposte al codice di comportamento del Comune di Firenze rispondono a logiche nazionali.
E oggi in aula abbiamo dato occasione alla maggioranza di esprimersi sull’estensione progressiva dell'obbligo di fedeltà a cui abbiamo assistito in questi anni.
Dal licenziamento del ferroviere impegnato al fianco delle vittime della strage di Viareggio a chi durante la pandemia denunciava le condizioni di lavoro insicure in alcuni servizi essenziali, passando per una vera e propria imposizione del silenzio a chi non ha incarichi pubblici o sindacali (poi si arriverà anche a loro?).
Ci dispiace molto che si ritenga lecito far pagare presunti danni di immagine con i licenziamenti. Non ha nulla a che vedere con la cultura politica di sinistra, questa visione”. (s.spa.)

Questa la Risoluzione del Gruppo consiliare Sinistra Progetto Comune. Soggetti proponenti: Dmitrij Palagi, Antonella Bundu respinta dal Consiglio comunale

Oggetto: La vergogna dei recenti licenziamenti per obbligo di fedeltà

IL CONSIGLIO COMUNALE

Considerato che:

le leggi tanto nella fase di approvazione quanto nella fase si concreta applicazione risentano, anche praeter costitutionem, dei rapporti di forza all'interno della società e del grado di coscienza diffuso nel Paese;

l’obbligo di fedeltà per i lavoratori e le lavoratrici nasca, storicamente, con un riferimento al dovere di non divulgazione dei segreti aziendali e al divieto di concorrenza tra aziende in un medesimo campo produttivo, ma che in concreto esso trova applicazione anche con riferimento ad una più ampia nozione di fiducia tra le parti; e che quest’ultima è ritenuta da parte dei datori di lavoro lesionata in presenza del legittimo esercizio del diritto di critica costituzionalmente previsto qualora lo stesso sia stato esercitato in violazione del principio di continenza;

richiamato, ex multis, il caso esemplare di un ferroviere, colpevole di essersi schierato dalla parte delle famiglie di chi è morto nella strage di Viareggio del 29 giugno 2009 (informandosi a criteri di correttezza istituzionale di chi eserciti incarichi di pubblico servizio e ponga pertanto l’interesse supremo del regolare funzionamento dello Stato davanti alla dissimulazione delle responsabilità di terzi obliquamente pretesa);

ricordato altresì come, soltanto durante il primo anno dell’attuale consiliatura, siano numerosi gli episodi che si sono susseguiti soltanto nel nostro territorio metropolitano, quali: la dipendente di Publiacqua, a cui il gruppo del Partito Democratico ha scelto di voltare le spalle all’ultimo momento, prima della votazione in Consiglio Comunale, licenziata per un commento sui social;

l’infermiere dell’AUSL Toscana Nord Ovest, colpevole di aver denunciato l’assenza di adeguati dispositivi di protezione individuale di fronte alle prime fasi dell'emergenza Covid-19;

l’operatore ecologico del Mugello che aveva avanzato denunce analoghe;

il sindacalista e lavoratore di Torregalli, accusato di aver rilasciato delle dichiarazioni al TG2, diffuse in modo anonimo dalla rete televisiva pubblica, oltretutto senza che fossero rilevati gli estremi della diffamazione e/o della calunnia dall’A.G.;

Evidenziato come:

siano storie diverse, anche con esiti giudiziari difformi, ma accomunate da una comune intolleranza verso ogni esercizio del diritto di critica;

sia in atto nel mondo del lavoro una prassi che in nome del principio di riservatezza e dell’intangibilità della produttività tende ad imporre l’obbligo del silenzio complice, in violazione di principi superiori che attengono alla salute dei lavoratori e alla salute pubblica e alla dignità dei lavoratori;

non sia assolutamente un dettaglio secondario che tali episodi riguardino servizi pubblici, a conferma di come si debbano così nascondere le logiche del profitto anche in tali e tanti importanti settori, i cui servizi sono alla base dell’esercizio e del godimento di diritti universali e costituzionali; chi denunci le situazioni di insicurezza lo faccia tanto per chi lavora, quanto per l'utenza, quanto cioè per l’intero sistema-paese, che spesso è richiamato in sede europea proprio per la patologica propensione a determinate violazioni;

Sottolineato come:

sia politicamente inaccettabile, per chi sta dalla parte delle classe lavoratrici, vedere come anche forze che si dichiarano di sinistra restino in silenzio di fronte a simili ingiustizie;

sia quantomeno ipocrita e meschino voltare le spalle alle lavoratrici e ai lavoratori impegnati in servizi pubblici dopo averli applauditi dai balconi, dopo aver chiesto loro di mettere a rischio la propria salute, quando non era chiara la portata della pandemia, per farci fare la spesa, per andare alle poste o in banca, per vedere garantiti il trasporto pubblico, per aver chiesto alla Polizia Municipale di andare in strada anche senza i presidi sanitari;

sia ampiamente sottaciuto, soprattutto dai grandi imprenditori, che hanno subito il loro periodo di cosiddetto lockdown non certo da case anguste e scomode, che il rischio d’impresa preveda espressamente anche l’imponderabile e che proprio il mercato offra loro ampi sistemi di protezione, non certo previsti a beneficio dei loro dipendenti, mentre quegli stessi oggi chiedano a gran voce misure straordinarie a carico della fiscalità generale, chiedendo di non pagare quelle stesse tasse con cui si garantiscono gli stipendi a chi poi deve salvarci la vita negli ospedali, e quindi confermando l’assunto cardine della loro dottrina economica che è “privatizzare i profitti e socializzare le perdite”;

non ci sia nulla di ideologico nel ricordare i rapporti di forza che intercorrono tra padronato e classi lavoratrici, cioè quelle che dopo un terremoto non ridono pensando agli affari che faranno con la ricostruzione, quelle che non si fregano le mani durante una pandemia, parlando delle inserzioni sulla propria rete televisiva o dei guadagni dei parenti speculando sui presidi sanitari;

le classi lavoratrici si dimostrano statisticamente quelle composte dal maggior numero di persone che hanno una coscienza civica e un senso del dovere che impongono loro di denunciare la pericolosità dei luoghi di lavoro in cui operano;

in quest’aula troppe volte si siano tenuti sermoni sui diritti delle classi lavoratrici, il Partito Democratico abbia già votato per due volte contro le condanne dei licenziamenti ingiusti, soltanto in questa consiliatura;

IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA

A fare tutto quanto in loro potere, secondo legge e secondo coscienza, per la revoca dei licenziamenti per obbligo di fedeltà così ingiustamente comminati a lavoratrici e lavoratori cui non sono stati verosimilmente rilevati altri addebiti, anche con dichiarazioni pubbliche e contribuendo al diffondersi di adeguata coscienza diffusa su quanto oggetto del presente atto;

SOLLECITA RISPETTOSAMENTE

Le Deputate e i Deputati, le Senatrici e i Senatori della Repubblica italiana affinché sia affrontato quanto prima nelle Commissioni parlamentari competenti il tema del conflitto inconciliabile tra l’esercizio della superiore tutela della sicurezza del lavoro e dell’incolumità pubbliche e le esigenze aziendali fissate pro tempore dalla dirigenza e/o dagli amministratori, soprattutto per coloro i quali appartengano ad Amministrazioni pubbliche od esercitino funzioni di incaricato di pubblico servizio, viepiù se in un periodo di emergenza sanitaria quale l’attuale;

IMPEGNA ILPRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE

A trasmettere il presente atto alla Presidente del Senato della Repubblica e al Presidente della Camera dei Deputati.

Il Consigliere comunale Dmitrij Palagi. La Consigliera comunale Antonella Bundu.

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