Palagi e Bundu (SPC): "Adottare una bolletta: quando il pubblico fallisce e si affida ai privati?"

"Le risposte di mutualismo e solidarietà sono fondamentali per la costruzione di un mondo migliore, ma nascono nella società, non possono essere usate dalle istituzioni per sostituire gli interventi politici"

Queste le dichiarazioni di Dmitrij Palagi e Antonella Bundu - Sinistra Progetto Comune

"La storia della sinistra italiana nasce nell'800 con le pratiche di mutualismo e di solidarietà: queste pratiche si rinnovano anche all'interno della nostra coalizione, con le attività sul territorio dei soggetti politici che sono rinnovate nel pieno della crisi pandemica.
Spese sospese, arance solidali, sportelli di ascolto e supporto alla cittadinanza: tutto questo è prezioso e deve far parte del nostro futuro. Però sono iniziative che devono nascere nella società, dal basso, non essere proposte dall'alto, sostituendo le azioni dovute da parte di chi governa.

Se una pensione (o un salario) non è sufficiente a vivere con dignità, dovendo scegliere se accendere il riscaldamento o acquistare del cibo, quegli importi vanno aumentati.
Se c'è chi ha modo di dare di più, questo può avvenire ripensando la fiscalità generale, dato che negli ultimi decenni si è favorito chi era più ricco e si è assistito a un significativo aumento delle disuguaglianze all'interno dei paesi occidentali.
Anche perché esporsi in una condizione di necessità non è facile: già sulla stampa di oggi assistiamo a un'esibizione del meccanismo bisogno-risposta.

Non contestiamo la generosità di chi dona e la necessità di chi chiede: guardiamo con preoccupazione a un centrosinistra che ci accusa in aula di assistenzialismo e si affida a risposte di fatto private, in cui il pubblico si limita a fare da mediatore.
Il Partito Democratico non è in Parlamento? Non è al Governo? Non è in Consiglio regionale? Non esprime il Presidente della Toscana? Non è in Palazzo Vecchio? Non esprime il Sindaco?

La politica deve rimettere al centro il suo ruolo, o è destinata a continuare la sua deriva a marginale commento dell'esistente". (fdr)

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