"Interessante intervista rilasciata oggi, da parte di una figura di governo che ci sembra non avere cura di altro che del suo rapporto diretto con la cittadinanza, come attesta la consueta assenza dalle sedute del consiglio comunale"
Queste le dichiarazioni di Dmitrij Palagi e Antonella Bundu - Sinistra Progetto Comune
"Ogni mattina, a Firenze, un consigliere o una consigliera di opposizione si sveglia e sa che dovrà correre a leggere la stampa per scoprire quali programmi di governo ha in testa il Sindaco. Ogni mattina, a Firenze, una figura rappresentativa dell'Amministrazione si sveglia e sa che dovrà correre a leggere la stampa per scoprire su cosa il Sindaco rischia di averla smentita.
Quando il sole sorge, a Firenze, non importa se rappresenti l'opposizione o il governo, l'importante è che sai che il Sindaco non lo troverai in consiglio ma sulla stampa.
Così viene fuori che la concorrenza tra Firenze Fiera e il Maggio Musicale, nelle risposte ufficiali dell'Amministrazione, era da escludere, mentre oggi scopriamo che è bene coordinare le due realtà, insieme ad altre, per fare un agglomerato che ci regali la cittadella congressuale più bella del reame (cioè dell'Italia centrale).
Crediamo sia importante accogliere la richiesta indiretta che è stata fatta oggi. Un appello accorato: un monumento al Sindaco. Magari alla Mercafir, dove al momento è previsto uno stadio di interesse pubblico: che diventerà un fantastico centro per il delivery e la logistica, luoghi in cui, si sa, la dignità del lavoro è centrale.
A Peretola (mica è lontana) sarebbe il caso di progettare una piattaforma di lancio per lo spazio: ci sono molti buchi neri da riempire nell'universo. Gli studentati su Marte sono una frontiera all'avanguardia di cui non possiamo fare a meno. Creiamo il mercato, registriamo il bisogno e via, verso l'infinito e oltre.
Con l'occasione vogliamo esprimere solidarietà ai professionisti del no e al provincialismo di Firenze. Non sono all'altezza di questo Sindaco. Ma neanche noi: è evidente che questo è un legame profondo che ci accomuna". (fdr)