Queste le dichiarazioni di Dmitrij Palagi e Antonella Bundu - Sinistra Progetto Comune
"Sono tempi eccezionali e difficili. Lo sanno benissimo anche quei lavoratori e quelle lavoratrici chiamati a uscire di casa nei giorni in cui si insiste a dire a tutte le persone di non farlo. Si stigmatizzano le persone per i loro comportamenti individuali, come quelli relativi alle passeggiate, mentre intere categorie sono chiamate a garantire numerosi servizi. Nel caso di alcune aziende il timore della classe lavoratrice è di rischiare la propria salute per produzioni non indispensabili. In altri la paura e la rabbia sono legata alle condizioni in cui si è chiamati a operare.
Anche a Firenze arriva il primo sciopero, una decisione sempre difficile e ancora di più lo è in questi giorni. Questo perché una lavoratrice o un lavoratore in lotta rinuncia al proprio stipendio, sottoponendosi in questi giorni anche a una difficile pressione dell'opinione pubblica. Specialmente in un settore quale l'assistenza domiciliare ad anziani e diversamente abili. Un'utenza fragile, condannata a essere tutelata da servizi dati in appalto, che già in condizioni ordinarie condannano al precariato e alla preoccupazione chi è chiamato a garantirli. Dopo una settimana di segnalazioni, è partita ieri la mobilitazione attraverso lo sciopero.
Le richieste sono due: aumentare i livelli di protezione e riduzione dei servizi al minimo essenziale, rivedendo complessivamente l'organizzazione lavorativa, proprio perché stiamo parlando di quella parte della società più vulnerabile anche al COVID-19. La riduzione degli orari del trasporto pubblico colpisce anche questi lavoratori e queste lavoratrici, che chiedono di essere ascoltati e di poter trovare le soluzioni indispensabili per poter operare in sicurezza, anche a tutela dell'utenza. Ci sono ancora turni che coprono un'intera giornata, con pause che in questi giorni sono vissute come interminabili.
In queste settimane tutte e tutti stiamo riscoprendo la centralità del lavoro, garantito non dai numeri e dal sistema economico, ma dalla vita delle persone, la cui dignità è il valore fondamentale su cui abbiamo scelto di ricostruire la nostra Repubblica dopo la seconda guerra mondiale, periodo a cui spesso ci si sta richiamando per descrivere la situazione economica che ci attende. Per questo, pur comprendendo tutte le difficoltà che l'Amministrazione si sta trovando ad affrontare, chiediamo di ascoltare questa classe lavoratrice in sciopero, senza criminalizzare o censurare la loro lotta.
I lavoratori e le lavoratrici del Consorzio Zenit e della Cooperativa Di Vittorio, tramite appalto, contribuiscono a garantire un servizio essenziale per tutta la città. Occorre metterli in condizioni di poterlo fare in tranquillità e in sicurezza. Soprattutto pensando a quell'utenza fragile che deve essere al centro del nostro impegno". (fdr)