"Se dalle parole si passerà ai fatti lo vedremo con l'atto che presenterò per chiedere che al 2021 la gestione idrica ritorni pubblica"
Questo l'intervento della consigliera Miriam Amato, aderente a Potere al Popolo
"Paradossali le dichiarazioni del Sindaco e del Presidente della Regione, che ora parlano di acqua pubblica; viene da chiedersi dove siano stati in tutti questi anni. Da sempre chiediamo che sia legittimato il voto degli italiani al referendum del 2011. Il Partito Democratico e LEU ne parlano solo ora che si avvicinano le prossime scadenze elettorali e le ultime elezioni hanno detto chiaramente che PD e affini sono nel baratro.
Dopo aver mostrato un'incredibile capacità di affossare una sbiadita sinistra, proseguono saltellando fra alcune dichiarazioni affini alla destra e altre invece alla sinistra. Sono stati anche al Governo, dimostrando la loro vera natura e soprattutto non facendo nulla per ripubblicizzare l'acqua e non gravare sulle utenze. Visto che Attualmente il 40% dell’ammontare delle nostre bollette serve ad arricchire l’azienda e a generare utili per i soci mentre le infrastrutture non ricevono le manutenzioni necessarie.
Un sistema che prevede che l’utente paghi tutto, anche le sanzioni che sono imputate all’azienda per il mancato rispetto delle normative nazionali, europee o contrattuali. Ma le SpA non hanno fatto un colpo di stato per metter le mani sull’oro blu, questo è stato reso possibile dai Sindaci dei 47 Comuni serviti e le loro maggioranze nei rispettivi consigli comunali. Delle SpA, in cui sono azionisti, se ne ricordano solo al 31/12 di ogni anno per incassare gli utili. Anche quest’anno il nostro Comune incasserà ben 3.899.701,42 euro dei 18 milioni stabiliti all'assemblea dei soci del 16 maggio scorso e anche quest'anno i dividendi sono stati aumentati, di 2 milioni di euro. Ora dovremmo sentirci rassicurati che l’assessore Perra vigilerà affinché i costi di lungarno Torrigiani non finiscano in bolletta?
Questo evidenzia il ruolo della parte pubblica, prendere i soldi e non avere voce in capitolo, perché Publiacqua potrebbe richiederlo a norma di legge. Nelle società miste toscane l’Amministratore Delegato, colui che ha pieni poteri di ordinaria e di straordinaria amministrazione, è espressione dei soci privati. Da tempo denunciamo che Publiacqua ci verrà restituita come un carrozzone vuoto, svilito di competenze professionali e non solo. Arriveremo nel 2021 con più perdite di quando 15 anni fa i comuni ci affidarono, in regime di concessione ventennale, la gestione del ciclo integrale delle acque.
In Publiacqua SpA a Firenze, con 200 posti di lavoro in meno (dai 770 del 2003 agli attuali 575), perdita di professionalità con appalti e sub appalti al massimo ribasso, vera e propria colonizzazione informatica a mezzo applicativi informatici made in Roma marcati ACEA 2.0 (costo complessivo dichiarato 170 milioni euro).
Fiumi di acqua andati irrimediabilmente perduti e costi sempre più alti che finiscono in bolletta a danno dei cittadini. Dati impietosi, siamo passati nell’ultimo anno da una perdita del 39%, al 41 nella rete idrica. Una gestione approssimativa e deficitaria che non ha saputo o voluto ammodernare una rete obsoleta, e proprio gli investimenti sono la nota dolente. I livelli occupazionali in questi anni sono diminuiti e le professionalità non valorizzate.
Una situazione insostenibile per i dipendenti e soprattutto per i cittadini. Il management, la società e la politica sono chiamati a rispondere di questi numeri drammatici che testimoniano il fallimento di un modello gestionale. L’acqua deve tornare ad essere pubblica e non gestita da chi lucra su quello che può essere definito “l’oro blu”. (fdr)