Razionalizzazione periodica delle partecipazioni del Comune. Donata Bianchi (Presidente commissione pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali): “Porre attenzione alla figura femminile”

“Anche questa è politica che concorre a prevenire la violenza sulle donne”

“Oggi il Consiglio comunale ha discusso e votato positivamente la delibera 61/2023 sulla razionalizzazione periodica delle partecipazioni del Comune di Firenze ex art 20 del D.lgs 19 agosto 2016 n. 175, con una relazione sull’attuazione delle misure di razionalizzazione adottate da parte dell’Assessore Bettarini.
I contenuti del provvedimento sono stati condivisi e il voto è stato positivo, nondimeno – prosegue la presidente commissione pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali Donata Bianchi – ho ritenuto necessario portare l’attenzione dell’Assessore e del Consiglio comunale su due aspetti che possono essere considerati di contorno, ma che non dovrebbero essere in alcuno modo trascurati se pensiamo che il Comune come attore pubblico può fare la differenza in alcuni ambiti spesso trascurati.
Il Comune di Firenze ad oggi ha avuto partecipazioni più o meno significative in 14 società che in alcuni casi agiscono in settori strategici per la vita della città quali le farmacie, la gestione del sistema di illuminazione pubblica e di telecamere, la gestione dei rifiuti, ecc. Le società a partecipazione pubblica sono largamente diffuse nell’ambito degli enti territoriali e la maggior parte è a partecipazione comunale. Il Comune di Firenze e le sue partecipate costituiscono un sistema importante di attori economici e sociali, che hanno un impatto non banale sul mercato del lavoro e lo sviluppo territoriale. Io credo che altrettanto importante possa essere la funzione che il Comune e le partecipate possono svolgere per promuovere politiche importanti ma spesso neglette a favore di obiettivi più strettamente economici. Mi riferisco in particolare alle politiche per la parità di genere almeno rispetto all’attuazione piena dei vincoli posto dalle norme nazionali in materia di equilibrio di rappresentanza dei generi. Questi vincoli non possono valere solo per la presenza di donne nei consigli di amministrazione, ma deve valere anche per la loro presenza nelle posizioni apicali e qui lo stato di salute del sistema è pessimo poiché solo il 13% delle partecipate ha una figura femminile come Presidente o nella massima posizione apicale. Anche questa è politica che concorre a prevenire la violenza sulle donne, valorizzando i talenti femminili che possono esercitarsi ormai anche in settori tecnici rimasti fino ad anni fa ambiti fortemente maschili. Come ho detto in aula non possiamo parlare di valorizzazione delle capacità e dei talenti delle donne solo l’8 marzo o il 25 novembre, ma dobbiamo farlo sempre e in tutti gli ambiti di esercizio delle politiche pubbliche. E a proposito di violenza di genere e discriminazioni, all’interno del Comune e delle partecipate potrebbero essere realizzati percorsi importanti d’informazione, sensibilizzazione ed empowerment a favore di donne vittime di violenza, di coloro che subiscono discriminazioni delle persone in transizione, dipendenti di questi enti.
Il Comune e le società partecipate – conclude la presidente della Commissione pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali Donata Bianchi – sono poi un microcosmo dalle enormi potenzialità anche per lo sviluppo di politiche organiche a favore dell’inserimento e del benessere lavorativo delle persone con varie forme di disabilità impiegate nella struttura comunale e nelle partecipate. Attraverso la creazione di un Osservatorio ad hoc, come peraltro previsto dalla Convenzione internazionale sui diritti delle persone con disabilità, sottoscritta e ratificata dall’Italia, potrebbero essere fatti progetti in grado di facilitare una partecipazione gratificante di queste persone nei loro contesti di impiego, creare percorsi di formazione e sensibilizzazione utili anche agli altri dipendenti e attivare interventi di supporto in sinergia con le associazioni e le realtà del terzo settore che operano per l’attuazione dei diritti delle persone con disabilità. Anche in questo caso possiamo fare di più, dobbiamo farlo, progettiamo di farlo”. (s.spa.)

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