“Nelle altre Nazioni europee al caregiver familiare sono stati riconosciuti diritti pensionistici e tutele. L’Italia – ha detto il capogruppo del gruppo misto – Italexit Andrea Asciuti presentando un question time al quale ha risposto l’assessore al welfare Sara Funaro – è l’unico Paese che, nonostante abbia il Ministero della Famiglia, non ha fatto una legge in tal senso. Dal 1978, con a legga Basaglia, i pazienti degli ospedali psichiatrici sono stati presi in carico totalmente dalle famiglie facendo risparmiare allo Stato, per ogni malato, circa 112 euro al giorno che, moltiplicato per 30 giorni è pari a 3378 euro al mese. Al caregiver rimasto solo per decesso dei familiari disabili dovrebbero essere riconosciuti contributi economici e pensionistici legati al periodo lavorativo/assistenziale, come accade per ogni attività lavorativa. Nel patto da sottoscrivere per il reddito di cittadinanza – continua Asciuti – viene chiesto, paradossalmente, ad un caregiver di dare disponibilità al Comune per lavori socialmente utili a favore dei disabili ma lo Stato, ad oggi, non ha fatto nessuna legge per riconoscere contributi pensionistici ed economici ai caregiver che hanno dovuto smettere di lavorare a causa dell’impegno assistenziale. L’Amministrazione comunale, con le altre Amministrazioni locali dovrebbe produrre incontri per affrontare con le autorità di governo le problematiche economico-sociali inerenti la posizione dei caregiver ed il riconoscimento della loro qualità di attività lavorativa. Come ci ha detto l’assessore Funaro è compito del governo legiferare, a livello nazionale, sul tema. Su questa tematica c’è stato, però, un confronto. L’Amministrazione ha dato sempre grande attenzione alla figura del caregiver familiare dando dei contributi di sostegno per le cure familiari, contributi aggiuntivi comunali in più rispetto a quelli regionali agli anziani assistiti dai caregiver familiari, l’Amministrazione ha predisposto il ricovero di sollievo per sollevare, periodicamente, i familiari caregiver dall’impegno del ruolo assistenziale che è un ruolo particolarmente gravoso. Esistono prestazioni integrative che hanno finalità di supporto alla rete familiare come i centri diurni ed iniziative di formazione e di supporto per i caregiver familiari. C’è un segnale politico da parte dell’Amministrazione. Ma non basta – aggiunge il capogruppo del gruppo misto – Italexit Andrea Asciuti – perché bisogna intervenire presso il governo, o presso gli organi competenti. È una vergogna che siamo l’unico paese europeo che non riconosce i diritti pensionistici a questi lavoratori. L’Unione Europea ha intimato l’Italia di fare qualcosa per riconoscere i diritti a queste persone. Ci sono persone che hanno lavorato anche 20 anni stando dietro ai genitori, hanno perso anche il lavoro e non riescono nemmeno a percepire il reddito di cittadinanza perché risultano proprietari della casa ma non hanno niente perché non hanno i contributi per la pensione. Occorre portare questa problematica a livello nazionale”. (s.spa.)