Sinistra Progetto Comune e Sinistra Italiana: "Sulla moschea il Comune dia garanzie"

"Non si può liquidare la vicenda dello sfratto di piazza dei Ciompi come questione privata. Da anni le istituzioni cittadine provano a scaricare una questione di cui dobbiamo farci carico. La proprietà sbaglia a non ricercare il dialogo"

Queste le dichiarazioni di Antonella Bundu e Dmitrij Palagi, consigliera e consigliere comunali di Sinistra Progetto Comune

«La moschea non è una questione privata. Perché interessa intere comunità, accomunate dalla necessità di un luogo in cui poter esercitare la libertà di professare la propria fede religiosa e praticarne il culto.
Le destre fanno finta di non avere responsabilità, ma ricordiamo bene le campagne che in tutto il Paese vengono scatenate quando si ipotizza un luogo in cui possa esercitare un Imam.

La proprietà dell'immobile di piazza dei Ciompi ci risulta abbia scelto un comportamento ostile e contrario al dialogo. Perché la morosità da cui parte lo sfratto è stata maturata nei mesi di pandemia, in cui era impossibile praticare l'autofinanziamento. Inoltre la comunità ha concordato un piano di rientro.
Sulla stampa di oggi si parla di un contenzioso nei tribunali che vedrebbe coinvolto Palazzo Vecchio per il cambio di destinazione d'uso.
Esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza all'Imam e a tutte le comunità che fanno riferimento agli spazi di piazza dei Ciompi.

Lunedì chiederemo spiegazioni alla Giunta, anche perché negli anni abbiamo sempre sollevato il tema cittadino della moschea. Uno stato laico non deve ostacolare nessuna forma di socialità, anzi deve farsi carico di un problema simile. Il tentativo di scaricare tutto sul Comune di Sesto Fiorentino era sbagliato e non basta aspettare il nuovo piano operativo».

Piena solidarietà alla comunità islamica fiorentina arriva anche da parte di Sinistra Italiana, con il Segretario cittadino Pietro Poggi, che dichiara:

«Lo sfratto che si prefigura per la moschea di Piazza dei Ciompi rappresenterebbe l’ultimo atto di una travagliata vicenda che per anni ha scaricato sulle spalle dei cittadini e delle cittadine di religione islamica il peso dell’attuazione del diritto a poter professare il proprio culto con dignità e rispetto.

Mentre in città chi ha il potere economico, anche di fronte al costante calo dei fedeli, può permettersi di “permutare” parchi pubblici per costruire l’ennesima chiesa, come successo a Ponte a Greve, alla crescente Comunità islamica fiorentina non vengono offerte soluzioni che gli consentano di poter trovare una sistemazione definitiva.

È ora che l’amministrazione faccia la sua parte e trovi all’interno del prossimo Piano Operativo gli spazi per risolvere una questione che riguarda tutta la città».

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