Sabato 3 febbraio, alle 17.00 l'inaugurazione, in via Ricasoli, 68 (angolo Piazza San Marco), insieme alla Presidente dell'Accademia sarà presente per il Comune di Firenze la Presidente della Commissione Cultura
Firenze dedica una mostra al pittore Sirio Salimbeni a cento anni dalla nascita che sarà inaugurata all’Accademia delle Arti del Disegno sabato 3 febbraio, alle ore 17.00 alla Sala delle Esposizioni, in via Ricasoli, 68 e a cui sarà presente la Presidente della Commissione Cultura del Comune di Firenze. L’artista fiorentino fu esponente di grande valore della pittura fiorentina nel secondo dopoguerra, dal 1946 assistente alla cattedra di Anatomia Artistica del policlinico di Careggi e per tutta la vita professionale docente all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Autentico umanista, Salimbeni fu letterato e poeta, osservatore attento di ogni fenomeno riguardante l’essere umano, manifestò sempre grande sensibilità verso i temi sociali. Testimone della tragedia collettiva dell’alluvione nel 1966, s’impegnò in prima persona nella Firenze della ricostruzione, trasmettendo il suo impegno umano e civile a generazioni di allievi.
L’esposizione “Sirio Salimbeni 1917-2006”, sarà visitabile con ingresso gratuito dal 4 al 28 febbraio 2018, curatori Domenico Viggiano ed Enrico Sartoni, vuole essere un omaggio ad una personalità che ha rappresentato pienamente quel Novecento fiorentino e toscano nel quale le arti visive e la poesia si compenetravano, ispirandosi a vicenda, e gli artisti erano sollecitati a sperimentare la parola lirica, nelle forme di un ermetismo irreversibile.
Sirio Salimbeni si formò al liceo classico Michelangiolo, poi al liceo artistico e all’Accademia di Belle Arti di Firenze, sotto la guida di Felice Carena e Carlo Rivalta, in seguito intraprese un percorso che, seppur ricco di sperimentazione e varie declinazioni, non si distaccò mai dalla tradizione figurativa.
Il 30 marzo 1967 Salimbeni fu eletto Accademico dell’Accademia delle Arti del Disegno e l’Accademia gli dedica, adesso, una retrospettiva che raccoglie 70 (settanta) opere di pittura e di grafica riconducibili a un ampio arco cronologico che va dal 1935 al 2000, scelte dalla raccolta familiare conservata dai figli Renato, Cecilia e Nicoletta e dal nipote Stefano, con il proposito di tracciare il suo percorso umano e artistico attraverso commenti critici, testimonianze e ricerche archivistiche.
Tele di ogni genere, tavole di compensato, perfino telai di finestre, una gamma severa di colori, dai toni bruciati o plumbei, una pennellata vibrante, sono gli elementi che testimoniano il ricordo, il dolore e le difficoltà degli anni della guerra. Nel 1956 la Galleria d’Arte Moderna di Firenze acquisì l’opera Piani dell’Aspromonte e, nel 1968, la Figura di Giovinetta, dipinta da Salimbeni nel 1938, a testimonianza del grande riconoscimento per il lavoro dell’artista. (s.spa.)