Primo firmatario dell’atto Renzo Pampaloni
Promuovere tra i cittadini la diffusione della cultura del rispetto, dell’incontro, del dialogo, della condivisione e della solidarietà, della pace e dei diritti umani; riaffermare la propria fedeltà ai valori e principi della Costituzione Italiana e della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e il proprio impegno solidale per la costruzione di una società, di un’Europa e un mondo più accogliente per tutti; lavorare per un forte impegno dell’Italia e dell’Unione Europea per affrontare i grandi temi che caratterizzano questa fase storica dell’età contemporanea con politiche comuni, condivise, di lungo respiro e concrete evitando e arginando ogni risorgenza di nazionalismi, chiusura delle frontiere e costruzione di nuovi muri in Europa. Sono i contenuti dell’ordine del giorno “Ricorrenza del Trentennale del crollo del Muro di Berlino”, proponente il consigliere comunale Pd Renzo Pampaloni, approvato nella seduta consiliare odierna.
“Il muro di Berlino abbattuto il 9 Novembre del 1989 è stata per decenni una ferita nel cuore dell’Europa. - spiega Pampaloni – La ferita si è apparentemente rimarginata: l’Europa civilizzatrice che ancora attrae milioni di persone in cerca di una vita migliore dopo aver abbattuto i muri storici come quello di Berlino, dopo aver promosso Schengen come viatico verso una Comunità Europea che potesse davvero fregiarsi del nome Comunità, adesso sta rischiando passo dopo passo di tornare indietro alzando nuovi muri sulle nuove rotte terrestri dei migranti. Nella città in cui il sindaco La Pira diceva “solo aprendo le porte esterne della città è possibile aprire, ed ampiamente, quelle interne” l’appello è quello ad abbattere ogni tipo di muro”.
(sa. ca.)
Di seguito la versione integrale dell’atto.
Ordine del giorno collegato a comunicazione in Consiglio Comunale
dell’11 Novembre 2019
Oggetto: “Ricorrenza del Trentennale del crollo del Muro di Berlino”
Proponente: Renzo Pampaloni,
IL CONSIGLIO COMUNALE
Premesso che sono trascorsi 30 anni da quando il 9 novembre del 1989 migliaia di cittadini di Berlino Est, con mazze e picconi, iniziarono ad abbattere il muro che divideva quella città dalla parte occidentale e che nel Novecento è stato il simbolo storico della divisione del mondo tra est e ovest e della divisione della Germania che si concluderà l’anno successivo, ossia il 3 ottobre 1990 (“Giorno della riunificazione”) quando la Germania tornò ad essere un’unica nazione cancellando una delle eredità più pesanti della Seconda Guerra Mondiale;
Ricordato che la costruzione del Muro (il “Muro della Vergogna”, secondo la nota definizione dell’allora sindaco berlinese Willy Brandt), una barriera di cemento lunga 155 km e alta oltre 3 metri, iniziò il 13 agosto del 1961 ad opera del governo comunista della Germania dell’Est (Repubblica Democratica Tedesca) per impedire la libera circolazione delle persone tra Berlino Ovest e il territorio della Germania dell’Est e, fin dall’inizio, tagliò in due tutto quanto si trovasse sul suo corso: strade, fiumi, cimiteri, case, famiglie, amicizie, affetti e soprattutto tante singole vite umane, causando negli anni l’uccisione di 239 persone da parte dalle guardie armate e cecchini pronti a sparare se scoprivano un loro concittadino mentre tentava di attraversarlo e migliaia furono gli arresti;
Fatto presente che quella notte del 9 novembre 1989 fu una grande e vera rivoluzione pacifica della storia tedesca e della storia europea, vissuto con gioia ed entusiasmo dalla stragrande maggioranza dei popoli europei di fronte alle immagini dei primi berlinesi che arrampicatisi in cima al Muro davanti alla Porta di Brandeburgo cominciarono a ballare e fraternizzare. Ha segnato la storia mondiale del Novecento rappresentando la fine imminente dei regimi comunisti dell’Europa orientale. Ebbe un forte impatto emotivo, sociale e culturale a livello internazionale e incarnò la speranza per un mondo più giusto, libero, democratico e pacifico e per una gestione più umana, solidale e costruttiva dei conflitti politici e delle relazioni internazionali;
Constatato che la complessa evoluzione della storia europea e mondiale ha purtroppo spesso contraddetto quelle speranze e quegli ideali che furono alla base dell’abbattimento del Muro di Berlino e nuove e vecchie problematiche a livello nazionale o mondiale invece di dar vita a politiche coordinate e condivise su scala mondiale e continentale, nel pieno rispetto dei diritti umani sanciti dalle carte internazionali, sono affrontate secondo logiche unilaterali e di chiusura che generano,
anche fisicamente, la costruzione di nuovi muri e recinzioni. Nonostante i profondi cambiamenti seguiti a quell’accadimento epocale, ben 62 muri e barriere sono stati eretti nel mondo dividendo popoli e nazioni e altri sono ancora in costruzione;
Dato atto che anche nell'Europa civilizzatrice che ancora attrae milioni di persone in cerca di una vita migliore dopo aver abbattutto i muri storici come quello di Berlino, dopo aver promosso Schengen come viatico verso una Comunità Europea che potesse davvero fregiarsi del nome Comunità, adesso sta rischiando passo dopo passo di tornare indietro alzando nuovi muri sulle nuove rotte terrestri dei migranti, dal Fiume Evros tra Grecia e Turchia, alle barriere di fili spinato innalzate dall'Ungheria al confine con la Serbia in una sorta di perverso gioco da tavolo dove lo scopo è bloccare il migrante prima che arrivi al centro dell'Europa.
Evidenziato come l'incremento del numero di muri si è registrato soprattutto dopo i fatti del 2001, dove ad una legittima richiesta di sicurezza alcuni movimenti sopratutto populisti hanno costruito le loro fortune strumentalizzando il tema, facendo della sicurezza il proprio cavallo di battaglia politico attraverso la generazione un circolo vizioso narrando che la fortificazione e la militirarizzazione dei confini ci farà sentire al riparo, sapendo benissimo che invece questo genererà ulteriore senso di insicurezza che nemmeno i muri, che nessun muro potrà mai contenere;
Considerato che insieme ai muri di cemento armato e di filo spinato si vanno innalzando tanti altri muri invisibili: i muri della miseria e delle disuguaglianze, della violenza e dell’esclusione sociale, dell’antagonismo infinito e della competizione selvaggia, della paura e dell’indifferenza, del pregiudizio e del razzismo, dell’intolleranza e dell’odio;
Ritenuto che, come diceva Giorgio La Pira, “solo aprendo le porte esterne della città è possibile aprire, ed ampiamente, quelle interne”, ovvero che, oggi più che mai, lo sviluppo del genere umano è legato allo sviluppo della nostra capacità di interagire positivamente con il resto del mondo;
Ricordato che anche a Firenze ci sono stati muri, come quello innalzato dal governo fascista nei confronti dell'intera umanità con la deportazione, sempre il 9 Novembre ma del 1943, di 300 cittadini ad Auschwitz, evento recentemente commemorato presso il binario 16 della Stazione Santa Maria Novella;
Ritenuto, altresì, necessario promuovere tra i cittadini la diffusione della cultura del rispetto, dell’incontro, del dialogo, della condivisione e della solidarietà, della pace e dei diritti umani;
Riaffermando la propria fedeltà ai valori e principi della Costituzione Italiana e della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e il proprio impegno solidale per la costruzione di una società, di un’Europa e un mondo più accogliente per tutti;
Auspica un forte impegno dell’Italia e dell’Unione Europea affinché i grandi temi che caratterizzano questa fase storica dell’età contemporanea siano affrontati con politiche comuni, condivise, di lungo respiro e concrete evitando e arginando ogni risorgenza di nazionalismi, chiusura delle frontiere e costruzione di nuovi muri in Europa.