L'indagine ha coinvolto anche Pisa
Ieri gli agenti dell’antidegrado coadiuvati dal responsabile, commissario Alberto Frati, hanno fermato un cittadino senegalese di fronte alla Coop di via Madonna delle Querce. L’uomo stava vendendo merce contraffatta (capi di abbigliamento e accessori in pelle come borse e portafogli, tutti contraffatti e spacciati come marchi prestigiosi). Quando gli uomini della municipale, in abiti borghesi, hanno mostrato il distintivo l’uomo ha iniziato ad agitarsi tentanto di sfuggire al controllo e rifiutandosi di fornire le proprie generalità. L’uomo è stato fermato ed accompagnato al gabinetto di polizia scientifica per essere fotosegnalato. Dagli accertamenti è emerso che si tratta di un 25enne, incensurato senza fissa dimora non in regola con la normativa sull’immigrazione, che è stato denunciato per resistenza, rifiuto di generalità, vendita di merce contraffatta e ricettazione. Le indagini sono proseguite sulla provenienza della merce, in quanto l'uomo ha dichiarato alla municipale di rifornirsi a Pisa in un laboratorio. Proprio a Pisa c'è stato in questi giorni un maxi sequestro di loghi di marchi prestigiosi trovati in un appartamento trasformato in laboratorio. L’inizio di quell’indagine era iniziata qualche mese fa quando la Municipale di Firenze iniziò a seguire i movimenti di un venditore abusivo trovato con un sacco stracolmo di articoli di abbigliamento contraffatto e per questo denunciato. La Municipale, monitorando i movimenti dell’uomo, acquisì la certezza che questo venditore, sempre senegalese, si riforniva sistematicamente nel centro di Pisa e che, oltre a quella fiorentina, l’uomo aveva scelto come piazza per la vendita anche il litorale toscano. La municipale fiorentina contattò i colleghi di Viareggio che si misero sulle tracce del venditore e lo trovarono qualche giorno dopo a Torre del Lago intento a vendere altri capi di abbigliamento contraffatto, e fu per questo denunciato. Il commissario Frati allora chiese ed ottenne dalla procura di Pisa un mandato di perquisizione per il negozio dove era certo che l’uomo andava a rifornirsi e richiese ufficialmente la collaborazione dei colleghi di Pisa. La perquisizione del negozio risale al gennaio scorso su richiesta della Pm fiorentina in collaborazione con quella pisana. L’attività era gestita da cinesi e all’interno di questo negozio furono trovati migliaia capi di abbigliamento in tutto simili per foggia, taglio e caratteristiche agli originali prodotti dalle più note case di moda (tutti i capi erano sprovvisti però di etichettatura) ma nessuna traccia di loghi contraffatti, segno evidente che l’applicazione delle etichette avveniva in un posto diverso. Nei giorni successivi è stato poi scoperto dai colleghi di Pisa un laboratorio dove fisicamente venivano apposti i loghi. (edl)