“Incita al divorzio e indebolisce la famiglia” con queste motivazioni il presidente turco Recep Tayyip Erdogan giustificò la decisione della Turchia di uscire definitivamente dalla Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, ovverosia la Convenzione di Istanbul. Adesso – ha spiegato la presidente della Commissione pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali Donata Bianchi – l’uscita della Turchia è diventata definitiva, inutili sono state le proteste in piazza di associazioni e partiti d'opposizione e i ricorsi in tribunale, ma la reazione delle donne turche è tornata a farsi sentire con forza nelle strade e nelle piazze delle città per ribadire la loro opposizione alla decisione del governo di Ankara. In alcuni casi ci sono stati momenti di tensione con le forze dell’ordine. Migliaia erano le donne a Istanbul, con un raduno organizzato a Tunel, nei pressi di piazza Taksim, dove pochi giorni prima si era consumata la dura repressione del Pride da parte della polizia turca. È gravissima la scelta della Turchia di uscire da un trattato sui diritti umani, un pericoloso precedente cui l’Europa teme si possa accodare anche l’Ungheria. La scelta di Erdogan è un attacco alla libera autodeterminazione delle donne, ai loro diritti politici e sociali. Amnesty parla di vergognoso ritiro della Turchia dalla Convenzione di Istanbul che espone milioni di donne e ragazze a un rischio maggiore di violenza. Ed o come donna, democratica e consigliera comunale concordo con questo giudizio.
È una decisione drammaticamente pericolosa per le donne e le ragazze turche, esposte pesantemente a ogni forma di violenza all’interno e al di fuori della famiglia. Secondo il report di ‘We Will Stop Femicides’, nel 2020 ci sono stati 300 femminicidi accertati e 131 morti sospette di donne, mentre nei primi tre mesi del 2021 le donne uccise sono state 79, con 45 morti sospette. Con la pandemia da Coronavirus – conclude la presidente della Commissione pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali Donata Bianchi – sono aumentati drasticamente i casi di violenza, con le donne costrette a stare in casa con i loro aguzzini. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità almeno il 40% delle donne turche è vittima di violenza, rispetto a una media europea del 25%. È necessario sostenere le donne turche e denunciare la mancanza di democrazia come l’attacco a principi universali di eguaglianza, giustizia e contrasto ad ogni forma di violenza di genere. (s.spa.)