Il 7 novembre si rinnova l'appuntamento annuale dei Sindaci provenienti da 40 paesi
Firenze si prepara ad ospitare la terza edizione di Unity in Diversity, la conferenza internazionale dei sindaci provenienti da oltre 40 paesi che qui trovano la possibilità di confrontarsi a tutto campo sui grandi temi che caratterizzano la vita delle città nel terzo millennio.
Questa edizione si focalizzerà in particolare sul ‘Dialogo nel Mediterraneo’, venendo a coincidere tra l’altro con il 40° anniversario della morte di Giorgio La Pira. Un’occasione che la manifestazione non mancherà di sottolineare e celebrare.
La conferenza aprirà il 7 novembre in Palazzo Vecchio e si concluderà l'8 novembre presso la Casina Pio IV in Vaticano, grazie al gentile invito della Pontificia Accademia di Scienze Sociali. Studiosi, economisti, alti rappresentanti delle Nazioni Unite e delle istituzioni europee e di Governo nazionale interverranno offrendo preziosi spunti alla riflessione dei sindaci, che avranno l'opportunità di approfondire priorità e strategie in sessioni di lavoro specifiche. Tra i temi al centro della discussione si segnalano: sviluppo economico, cambiamenti climatici, politiche ambientali, pace e dialogo interculturale.
La Pira e il ruolo di Firenze come Città della Pace
Il 2 ottobre 1955, proprio qui a Firenze, si tenne, sotto l’ impulso di Giorgio La Pira, l’incontro dei sindaci delle più importanti città del mondo che in quell’occasione lanciarono una sorta di manifesto per la pace che ebbe grande risonanza internazionale.
60 anni fa la lotta per la pace si inscriveva in uno scenario internazionale dominato dallo scontro tra le due superpotenze (Usa e Urss) e dall’incubo della guerra nucleare. Oggi il panorama politico-diplomatico si presenta molto più complesso e, per certi aspetti, ancora più inquietante con una nuova caratterizzazione multipolare che, intrecciata alla crisi economica, sta determinando una crescente pressione migratoria, con milioni di persone in fuga dalla miseria e dai conflitti.
Questo fa nascere nell’opinione pubblica un senso di allarme e di paura mentre si innalzano nuovi muri (non solo psicologici e culturali, purtroppo). Di fronte a queste sfide vertiginose il ruolo delle città si presenta come assolutamente decisivo perché è proprio nella dimensione urbana che si giuoca la partita tra inclusione e esclusione sociale, tra politiche di integrazione e formazione di ghetti soffocanti.