Il capogruppo Pd a Palazzo Vecchio presente alla manifestazione di questa mattina: “Sostegno alle posizioni di giovani professionisti che rischiano di andare via dal nostro paese per mancanza di sbocco”
“Risolvere una volta per tutte il problema dell’ ‘imbuto formativo’ per tutti quei giovani medici che non riescono a accedere alle specializzazioni: dobbiamo mai come adesso sostenere le doverose istanze che manifestano questi giovani professionisti”. A dirlo è Nicola Armentano, capogruppo Pd a Palazzo Vecchio, che anche questa mattina è sceso in piazza a fianco dei giovani medici che manifestavano. “L’emergenza sanitaria che abbiamo vissuto ci ha insegnato che abbiamo bisogno di professionalità per rispondere alla domanda assistenziale. - spiega Armentano – Se a livello nazionale si va verso l’aumento del numero degli accessi a medicina, diventa improrogabile mettere in campo azioni decisive per garantire la continuità post laurea. Altrimenti l’imbuto formativo permane e si aggrava. Una richiesta che è arrivata con forza anche dalla Federazione nazionale degli Ordini dei Medici e che va promossa e rilanciata. Non possiamo pensare di perdere giovani medici che si vedranno costretti a andare all’estero per trovare uno sbocco lavorativo. Troppo giovani sono letteralmente ingabbiati in un paradosso che non consente loro di proseguire il proprio percorso e accedere alle specializzazioni. Oggi esiste ancora un profondo squilibrio tra il numero dei laureati e là borse di specializzazione finanziate. Su questo aspetto si dovrà lavorare nei prossimi mesi anche prevedendo la possibilità di recuperare le borse che ogni anno vengono perse in seguito all'abbandono da parte di medici che cambiano idea sul proprio percorso futuro o che riescono ad accedere, negli anni successivi, a scuole più ambite. In tutta Italia le borse perse ammontano ogni anno a diverse centinaia.È necessario agire, adesso che è emerso con forza quanto sia un problema la carenza di medici. L’auspicio è che a livello nazionale si comprenda finalmente quanto questa situazione sia profondamente ingiusta per tanti giovani e deleteria per il nostro sistema sanitario. Per quanti di loro invece che stanno per concludere il loro percorso universitario, aggiungo anche che sarebbe importante poterlo tornare a fare prima possibile di persona, nel pieno rispetto delle misure di sicurezza perché il sogno di una vita non può restare, per quanto bello a prescindere, soltanto un’esperienza virtuale”.
(sa. ca.)