L’assessora a Diritti e Pari Opportunità: “Chiediamo a Ministero della Salute di intervenire in ogni sede per evitare diffusione”
“Questa pubblicità non è stata autorizzata dal Comune di Firenze: consideriamo l’iniziativa una forma di inaccettabile disinformazione, che peraltro fa vigliaccamente leva sulle paure legate ad una situazione di vulnerabilità ed incertezza, come troppo spesso è quella della donna di fronte alla drammatica scelta di interrompere o meno la gravidanza”. Così Benedetta Albanese, assessora a Diritti e pari opportunità del Comune di Firenze in merito alla circolazione di camion vela recanti la propaganda della Onlus Pro Vita & Famiglia, con l’immagine di una donna riversa priva di sensi dopo aver morsicato una mela, e la scritta “Prenderesti mai del veleno? Stop alla pillola abortiva RU486: mette a rischio la salute e la vita della donna e uccide il figlio nel grembo”, riscontrata in questi giorni anche nella nostra città, dopo i manifesti spuntati in molte città italiane.
“Le evidenze scientifiche dimostrano che la pillola RU486 costituisce un’alternativa efficace, meno rischiosa e in molti casi psicologicamente più indicata, rispetto ai metodi chirurgici di interruzione volontaria della gravidanza. – prosegue Albanese - Parliamo di un farmaco ritenuto sicuro dalle autorità sanitarie preposte. Una possibilità in più per la libera determinazione della donna, che il Ministero della salute, con le recenti linee di indirizzo del 12 agosto 2020, ha inteso rafforzare, in modo da assicurare una sempre maggiore attuazione dei principi della legge 194/1978. Assimilare questo farmaco ad un veleno costituisce quindi una falsità, che rischia di sconcertare le pazienti e causare danni sociali molto gravi. Per evitare che questa falsità si diffonda, e difendere una conquista civile continuamente minacciata, il Comune di Firenze chiede che al Ministro della salute di intervenire con decisione, in ogni opportuna sede”.
“Nel frattempo, il Comune di Firenze rileva che la pubblicità sembra porsi in contrasto anche con le vigenti previsioni regolamentari comunali. – prosegue Albanese - Infatti, anche se la pubblicità sui camion vela non necessita di preventiva autorizzazione, l’art. 10 del regolamento sulla pubblicità stabilisce che il messaggio pubblicitario debba garantire, tra l’altro, ‘il rispetto della dignità umana e dell’integrità della persona’. Un principio su cui questa campagna pubblicitaria è in evidente contrasto; veicolando un messaggio volto a terrorizzare riguardo all’uso di una procedura medica che viceversa risulta di regola meno pericolosa ed invasiva delle alternative disponibili, finisce quindi col mettere in pericolo la salute psichica e fisica delle donne - e non solo di esse, stante le implicazioni famigliari e sociali che inevitabilmente un aborto porta con sé”.
“Pertanto, stiamo provvedendo a diffidare il gestore della pubblicità in questione dal continuare a diffonderla, ed è stato dato mandato all’Avvocatura comunale di approfondire la sussistenza dei presupposti per applicare eventuali ulteriori sanzioni”, conclude Albanese.
(sa. ca.)