Il sindaco e presidente di Eurocities interviene al forum ‘Zero carbon’ di Parigi
“Accolgo con favore l'accordo trovato in nottata dai capi di stato e di governo dell'UE a 27 per rivedere gli obiettivi climatici dell'UE per il 2030 fino ad almeno il 55% di riduzione delle emissioni entro il 2030. Le città sapranno dare il loro contributo e il loro supporto. Insieme potremo fare dell’Europa il primo continente a zero emissioni”. Lo ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella, che ha partecipato in veste di presidente di Eurocities al forum ‘zero carbon’ in corso a Parigi, in merito all’accordo sul clima trovato la notte scorsa.
“L'Unione europea - ha affermato Nardella - è sempre stata leader nella lotta al cambiamento climatico. È ora il momento di agire e quando si tratta di agire e raggiungere obiettivi ambiziosi sul clima, le città sono leader mondiali. Il 64% dei membri di Eurocities si è già impegnato a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, e tra loro diverse città si sono impegnate a raggiungerla anche prima. Si stima che gli sforzi intrapresi dai firmatari del Patto europeo dei sindaci rappresenterebbero il 28% delle riduzioni dei gas serra raggiunta dall'Unione europea entro il 2020”.
“Come Sindaco di Firenze - ha ricordato -, abbiamo raggiunto importanti risultati in termini di riduzione delle emissioni inquinanti: ci eravamo dati il 23% al 2020 e abbiamo raggiunto il 34%. Il prossimo obiettivo sarà la riduzione del 60% delle emissioni al 2030 e stiamo inoltre lavorando per raggiungere la neutralità climatica già nel 2040 con 10 anni di anticipo sugli obiettivi fissati al 2050, insieme ad altre città europee citate”.
Per il sindaco “tutti i piani di ripresa post Covid europei devono concentrarsi sulla ricostruzione migliore in linea con l'obiettivo a lungo termine dell'accordo di Parigi. Non possiamo permetterci il lusso di investire un euro in una ripresa che non sia conforme ai nostri obiettivi ambientali e climatici”.
“Per tutto questo - ha continuato - le città hanno bisogno di un posto al tavolo dei negoziati per svolgere un ruolo diretto sulle politiche che in ultima istanza interessano le città e le persone che rappresentano. Questo significa attribuire alle città un ruolo di primo piano nell’ambito del Recovery Plan e del nuovo bilancio UE. Ed è importante che questo sia riconosciuto non solo nella fase esecutiva dei progetti che saranno varati, ma anche nelle fasi di programmazione e nell’impostazione della governance. Non c'è attuazione della lotta al cambiamento climatico senza città. Le Città ospitano quasi i tre quarti della popolazione dell'UE e la maggior parte delle politiche europee le riguarda direttamente e i riflessi delle politiche dell’Unione sulle città sono da tempo oggetto di specifici rapporti della commissione e finanziamenti ad hoc. Uno sguardo urban-centred è sempre più indispensabile perché le politiche europee possano raggiungere un effetto utile e cambiare la vita dei cittadini”.