“Abbiamo chiesto con un ordine del giorno di fermare la vendita di questo luogo storico della città, ma è stato bocciato dalla maggioranza”
Queste le dichiarazioni della consigliere Cecilia Del Re, capogruppo di Firenze Democratica:
“Anche in questo mandato, abbiamo portato avanti la nostra battaglia per sancire lo stop alla vendita di immobili pubblici, segnando così una netta discontinuità rispetto al passato.
La maggioranza, con la sola eccezione del gruppo di Avs-Ecolo’, non solo ha confermato la scheda in questione, ma ha anche bocciato un nostro ordine del giorno che chiedeva al comune di interloquire con la regione Toscana per bloccarne la vendita e individuasse una valorizzazione dell’immobile con un impegno diretto del pubblico.
La scheda in questione agevola la vendita e rappresenta un lascia passare per gli investitori interessati all’acquisto.
Le modifiche - solo successivamente introdotte per coprire l’operazione di vendita - prevedono sul 20% dell’immobile la destinazione di housing sociale a carico del privato (con la difficoltà pratica per un privato di realizzare canoni realmente calmierati sul detto immobile), e ciò non ci sorprende perché anche le norme generali oggi approvate in via definitiva vanno proprio in quella direzione: chiedere che sia il privato a realizzare nuovi alloggi per housing sociale, che saranno tali solo per un arco temporale limitato di tempo (sebbene prorogato a 20 anni dalla maggioranza).
La questione abitativa - con i tagli ai trasferimenti statali e regionali - va prioritariamente affrontata attivandosi per recuperare le risorse necessarie a ristrutturare gli 800 appartamenti comunali ancora vuoti, per metterli a disposizione di chi ne ha necessità, e per acquistarne di nuovi in una logica espansiva del patrimonio immobiliare a disposizione del Comune, e non più dismissiva (in controtendenza rispetto al passato, appunto, come già evidenziato). E la modifica della norma sulle monetizzazioni prevista nel POC adottato andava infatti in tale direzione (ed è rimasta per lo meno, per gli interventi conservativi).
Se i fondi fesr utilizzati per il sottopasso in Arno fossero stati usati per l’Ex Ospedale San Giovanni di Dio, oggi avremmo davvero la possibilità di realizzare anche alloggi a canone calmierato in detto immobile.
Per noi è il pubblico che ha il dovere di fare il pubblico, garantendo case e posti letto accessibili per studenti, come ha fatto negli anni scorsi partecipando ai bandi per lo studentati pubblico a Lupi di Toscana e a San Salvi.
La giunta ha scelto di non partecipare al secondo bando PNRR per nuovi studentati per posti letto a canoni accessibili perché quei finanziamenti avrebbero vincolato il privato a fare canoni calmierati solo per 15 anni: curioso che in questo caso siano contrari ad un uso calmierato limitato nel tempo, e nel piano operativo poi la impongano come modalità per avere social housing in caso di nuove costruzioni e di demolizioni a cui segue la ricostruzione”. (s.spa.)