“Dopo oltre 2 anni dalla nascita della multiutility ancora nessuno ha visto il primo piano industriale, per cui è stato speso mezzo milione di euro di consulenze. Chiediamo maggiore trasparenza”
Queste le dichiarazioni della capogruppo di Firenze Democratica, Cecilia Del Re:
“In occasione della presentazione della delibera sulla razionalizzazione delle società partecipate, abbiamo presentato un ordine del giorno che è stato però discusso in aula solo lunedì scorso.
Con il suddetto ordine del giorno, chiedevamo all’amministrazione comunale di rivolgere ad Alia multiutility, mediante una propria proposta da portare in assemblea, un indirizzo chiaro: quello di dotarsi di un regolamento per disciplinare l’accesso agli atti da parte di consiglieri comunali e di accesso civico da parte dei cittadini.
Fino ad oggi, infatti, Alia multiutility si è trincerata dietro il decreto Madia per respingere ogni istanza di accesso ai documenti richiesti, con buona pace dei principi di trasparenza dell’azione amministrativa che connotano lo svolgimento di servizi pubblici ed anche quello di enti che sono pure partecipati dal pubblico (il comune di Firenze partecipa con oltre un terzo delle azioni, pari al 37% delle azioni totali).
Altri colossi che svolgono in altre Regioni analoghi servizi di Alia multiutility si sono dotati di siffatto regolamento, ed è incredibile che la maggioranza voti contro un proprio diritto, quello legato in particolar modo al controllo di società che svolgono servizi pubblici. Ieri, in commissione controllo, il neo direttore ha pure confermato la possibilità da parte dei soci di esprimere in assemblea un tale indirizzo verso il consiglio di amministrazione di Alia Multiutility. La mancata trasparenza è dunque una precisa scelta politica: si preferisce appaltare al manager di turno determinate scelte, insieme a pochi altri.
Dopo due anni falla nascita della Multiutility, non c’è ancora un piano industriale, dal momento che il primo piano è stato deciso di accantonarlo sebbene non sia stato mai illustrato in nessuna sede pubblica e sia costato oltre mezzo milione di consulenze.
Un indirizzo di condivisione e trasparenza sarebbe stato, pertanto, un segnale anche da parte della maggioranza per chiedere una maggiore condivisione delle scelte strategiche e del futuro di questo ente così importante, da cui dipende buona parte della transizione ecologica del nostro territorio così come della sostenibilità economica delle relative scelte che poi ricadono sui contribuenti. Noi continueremo a portare avanti questa istanza per una politica trasparente e condivisa”. (s.spa.)