“A Idlib, stressata nello scontro tra Ankara e Damasco, è strage di bambine e bambini. Medici senza Frontiere, la Mezzaluna Rossa, la Croce Rossa stanno denunciando, da settimane, una stage determinata dagli attacchi aerei contro scuole ed ospedali. I bambini muoiono di freddo e di fame. Vorrei ricordare – ha detto la presidente della Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione Donata Bianchi – la piccola Iman, morta di freddo ad un anno e mezzo tra le braccia del padre che cercava di portarla all'ospedale più vicino, a chilometri di distanza dal campo dei rifugiati dove risiedevano. Credo sia importante mantenere alta l'attenzione nostra, nazionale ed internazionale su quanto sta avvenendo in Siria e nel Medio Oriente. Da dicembre 2019 più di mezzo milione di bambine e bambini sono stati costretti a fuggire dal Nord della Siria. Negli ultimi due mesi sono state bombardate ventidue scuole, 280.000 bambine e bambini hanno dovuto interrompere il loro percorso di studio. E' caduto nel vuoto l'appello della Croce Rossa a consentire ai civili di rifugiarsi in un luogo sicure. Le scuole colpite – ha aggiunto la presidente Donata Bianchi – erano state usate come rifugio sicuro; erano piene di bambini e famiglie. Le altre scuole erano in funzione e sono state colpite, non a caso, durante l'orario scolastico. Decine di bambine e bambini sono stati feriti anche gravemente. Sono stati mutilati in maniera permanente, 28 di loro sono morti. A causa degli scontri è difficile e rischioso per gli operatori umanitari e volontari accedere alle popolazioni colpite. Come è stato più volte affermato “Tra quanti anni ci diranno se stiamo permettendo un genocidio di bambini?”. A marzo si entra nei 10 anni dall'inizio del conflitto. Ci sono state intere coorti che hanno conosciuto solo una vita sotto le bombe, la paura dei rastrellamenti, la fuga da case in fiamme. Anche Papa Francesco è intervenuto rivolgendosi all'Europa, agli Stati affinché questo popolo non sia lasciato solo, affinché si chieda, con forza, d'interrompere gli scontri, affinché la diplomazia internazionale svolga finalmente un proprio ruolo per costringere le parti a sedere ad un tavolo di confronto. Voglio ricordare anche Ibrahim Gaye, 18 anni – ha concluso la presidente Donata Bianchi – scappato dal Gambia a poco più di 10 anni, ha attraversato il deserto, ha subito gravissime violenze di ogni tipo nelle carceri libiche ed è arrivato in Italia finalmente a 14 anni, cercava un futuro, ha trovato almeno le cure ad alleviare la morte per leucemia”. (s.spa.)