“Il nostro Paese ha dato una dimostrazione di grande maturità e capacità di cooperare per dare a tutti aiuto e speranza. Non possiamo negare, tuttavia, che ci sono una serie di soggetti invisibili ai provvedimenti e alla narrazione politica. L’emergenza sanitaria – ha detto nel corso di una comunicazione in Consiglio comunale la Presidente della Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione Donata Bianchi – ci ha fatto rendere conto di quanto poco siamo un paese per bambine e bambini, in particolare per i giovani, infatti, ben pochi riferimenti ai loro bisogni, alle loro aspirazioni ci sono negli atti correnti del governo e in fondo un po’ in tutta la politica. Ci sono poi gli invisibili degli invisibili: i pericoli dell’emergenza Coronavirus rischiano di essere ancora più drammatici per i migranti e i richiedenti asilo costretti a vivere nei grandi centri, espulsi dai percorsi di accoglienza o relegati in insediamenti informali ai margini delle città o nelle campagne.
Una circolare del dipartimento per le Libertà civili e l'Immigrazione invita i prefetti a porre attenzione affinché siano evitati i rischi di contagio tra i migranti accolti neo centri e tra gli operatori delle strutture di accoglienza, garantendo la prosecuzione dell'accoglienza anche a favore di coloro che non hanno più titolo a permanervi.
Un comunicato congiunto dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) e Organizzazione mondiale per la sanità (OMS) sottolinea quanto “migranti e rifugiati sono vulnerabili in modo sproporzionato rispetto al rischio di esclusione, stigma e discriminazione, in particolare quando privi di documenti” e ha chiesto ai governi di adottare “un approccio inclusivo capace di proteggere i diritti alla vita e alla salute di ogni singolo individuo”.
L’approvazione del decreto sicurezza alla fine del 2018 ha costretto a condizioni di irregolarità migliaia di donne, uomini e bambini; ha di fatto smantellato il precedente sistema SPRAR d’accoglienza diffusa favorendo la riapertura di grandi centri di accoglienza nei quali le persone vivono in condizioni di estrema promiscuità e ammassati, con carenza inevitabile di servizi, compresi quelli sanitari. In questa fase le associazioni dei migranti sono tornate giustamente a chiedere la chiusura dei grandi centri, tornando ad un’ accoglienza basata su un sistema di piccole strutture distribuite sul territorio.
Il decreto sicurezza ha reso più vulnerabili anche i minori non accompagnati che stanno diventando maggiorenni. Abbiamo poi i reclusi nei Centri per il rimpatrio, Mauro Palma, Garante nazionale dei diritti delle persone detenute, ha richiamato l’attenzione del Ministero dell’Interno per quanto riguarda le persone nei Cpr il cui termine di trattenimento sia prossimo alla scadenza, domandandosi poi circa la “sensatezza della privazione della libertà in funzione del rimpatrio di persone che al momento non possono essere rimpatriate, data la chiusura dei confini e l’inesistenza di collegamenti aerei o navali con la gran maggioranza degli Stati”.
La nostra Costituzione – ha continuato la Presidente della Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione Donata Bianchi – ci impone il rispetto dei diritti umani fondamentali, è quindi imprescindibile assicurare anche a migranti e rifugiati la possibilità di accedere ai servizi sanitari e ricomprenderli nei piani nazionali, un’inclusione indispensabile per proteggere non solo i diritti di rifugiati e migranti, ma anche quelli di tutte e tutti per contenere la diffusione del COVID-19.
Il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del ministero dell'Interno ha emanato una circolare per specificare che la prescrizione dei termini prevista dal decreto "Cura Italia" vale anche per i permessi di soggiorno in scadenza tra il 31 gennaio e il 15 aprile 2020, che quindi vanno considerati prorogati fino al 15 giugno, ma secondo l’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI) due mesi non basteranno, si sostiene che servirebbero almeno sei mesi o un anno.
Alcuni Paesi europei hanno cominciato a dare risposte nella direzione della regolarizzazione a garanzia dei diritti e delle esigenze di controllo. In Portogallo il governo ha deciso di regolarizzare gli stranieri che
abbiano presentato richiesta di permesso di soggiorno, equiparando il loro status a quello dei cittadini portoghesi fino almeno al primo luglio per consentire loro di lavorare in maniera regolare e, soprattutto, accedere a tutti i servizi, tra cui quelli sanitari.
In Italia diverse associazioni chiedono che vengano assunte iniziative per garantire maggiori tutele a migranti e richiedenti asilo. La regolarizzazione degli stranieri è oggi una questione di sicurezza, come è stato sottolineato da molti, “le persone che hai sul territorio le conosci, gli dai un documento, sai dove stanno, puoi far in modo che rispettino le regole anche quelle previste per contenere il contagio del Coronavirus”.
Su questo – ha concluso la Presidente della Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione Donata Bianchi – è intervenuto anche Marco Minniti, ex ministro dell’Interno del Pd, ricordandoci che “un paese che lotta contro il coronavirus non può avere sul proprio territorio persone che sono fantasmi senza identità, irrintracciabili, che vivono in baraccopoli illegali potenziale focolaio di epidemia. Non è agli stranieri che facciamo un favore regolarizzandoli, ma all’Italia perché ne va della salute pubblica”.
Importante anche la proposta della Ministra Bellanova in relazione al lavoro in agricoltura, lo sfruttamento non è cessato, come ha denunciato anche la Flai Cgil. Il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, ha evidenziato l’urgenza di intervenire in questo settore poiché «Rischiamo di perdere il 35% di ciò che c’è nei campi, e questo peserà poi soprattutto su chi è più povero».
La regolarizzazione dei braccianti stranieri, per garantire l’accesso alle cure e tutelare chi lavora in settori come quello agricolo, è una scelta di legalità, come detto chiaramente la Ministra Bellanova «Ritengo fondamentale nella fase emergenziale regolarizzare gli extracomunitari che ricevano offerte di lavoro… o è lo Stato a farsi carico della vita di queste persone o sarà la criminalità a sfruttarla». (s.spa.)