Donata Bianchi (Presidente Commissione pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali): “Finché ce ne sarà bisogno, Firenze ci sarà sempre per Toomaj Salehi”

“Oggi la Commissione sette (pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali) ha votato, all’unanimità, e quindi ha fatto propria la Risoluzione n. 1178-23 “Per il nostro concittadino Toomaj Salehi”, presentata originariamente da Donata Bianchi, Renzo Pampaloni, Nicola Armentano, Enrico Conti per dare seguito alle parole pronunciate dal Sindaco Nardella in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria al rapper iraniano “Finché ce ne sarà bisogno, Firenze ci sarà sempre”. E ne abbiamo bisogno per Salehi – spiega la presidente della Commissione Donata Bianchi – come per altee migliaia di prigioniere e prigionieri politici chiusi nelle carceri del regime di Teheran, alcuni di loro in attesa addirittura della condanna a morte per avere chiesto libertà, democrazia e diritti umani.
Nel Novembre 2023 Toomaj Salehi fu rilasciato e poi di nuovo fatto prigioniero e carcerato con una presunta nuova accusa da parte della magistratura per “Disturbo della quiete pubblica e diffusione di commenti falsi e non documentati su Internet” in quanto avrebbe parlato delle torture subite prima del rilascio. Toomaj non si è mai lasciato intimidire. Ha continuato a dire la verità e ora è di nuovo in prigione.
Qualche settimana fa, a Febbraio 2024, la Corte d’appello della provincia di Isfahan ha respinto il ricorso del rapper iraniano contro la sua condanna a un ulteriore anno di prigione, rendendo la sentenza definitiva.
Il rapper è una delle voci più forti che si leva dalle strade alle prigioni contro il violento regime iraniano, i suoi testi non parlano di sballo o crimini, ma di diritti fondamentali, dei diritti delle donne, di libertà, di pace e autodeterminazione.
Tutta la sua famiglia è stata perseguitata: sua madre fu arrestata perché accusata di aiutare i prigionieri politici e morì per le torture subite; due suoi zii giovanissimi sono stati uccisi.
Stessa persecuzione è toccata anche al rapper curdo Saman Yasin, 28 anni, accusato di aver manifestato per la liberazione dell’Iran. Anch’egli è stato brutalmente torturato nelle prime tre settimane della sua detenzione. Era stato condannato a morte, ma per fortuna la sua condanna è stata revocata.
L’atto chiede l’immediato rilascio di Toomaj Salehi, di Saman Yasin e di tutti i prigionieri e le prigioniere politici, come Zeinab Jalalian, prigioniera politica condannata all'ergastolo, che ha scritto in una nota della prigione di Yazd in occasione della Giornata internazionale della donna: “Noi, donne imprigionate, ovunque saremo, custodiremo l’8 marzo e cercheremo di portare il mondo all'uguaglianza affinché ogni giorno sia come marzo 8, festa della donna, non”.
L’atto chiede l’accesso a cure mediche adeguate e ricovero ospedaliero di tutte e tutti coloro che sono stati brutalmente picchiati e torturati.
Chiede al governo italiano – conclude la presidente della Commissione pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali Donata Bianchi – di condannare decisamente le violenze ancora in corso in Iran e di assumere tutte le misure necessarie a interrompere rapporti di collaborazione economica e militare in atto, e di fare pressioni sull’Unione europea affinché anche l’Europa si ponga decisamente a fianco del popolo iraniano che vuole la libertà e la democrazia, un bene non negoziabile”. (s.spa.)

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