Emanuele Cocollini (Vice presidente del Consiglio comunale): “Floyd non è un martire!”

“E' con personaggi come Martin Luther King e Nelson Mandela che gli USA e il mondo intero hanno compiuto passi enormi verso la piena integrazione civile”

Sono cresciuto nel rispetto di figure come Martin Luther King e Nelson Mandela, e da persona che coltiva i principi della tolleranza e della fratellanza universale – ha detto il vice presidente del Consiglio comunale Emanuele Cocollini nel corso di una comunicazione in Consiglio – mi batto da sempre contro ogni forma di razzismo. Non posso perciò accettare la mistificazione in atto che sta degradando la battaglia contro il razzismo a mero strumento di lotta partitica contro avversari politici. E tutto ciò prendendo peraltro a pretesto l’uccisione di un pluripregiudicato di colore nero da parte di un poliziotto di colore bianco!

No, Floyd non è un martire! No, non è il mio martire!

Ed io, a differenza di alcuni esponenti della Sinistra, non mi inginocchierò mai davanti al suo ricordo. Perché, se proprio devo inginocchiarmi, preferisco farlo per onorare la memoria degli Italiani - poliziotti o civili che siano - uccisi ieri dai terroristi delle Brigate Rosse ed oggi da criminali provenienti troppo spesso da quell’immigrazione clandestina che il Governo in carica intende purtroppo incentivare. Non è con personaggi come Floyd ma come Martin Luther King e Nelson Mandela che gli USA e il mondo intero hanno compiuto passi enormi verso la piena integrazione civile. Tant’è che nel giro di appena qualche decennio gli Stati Uniti sono potuti passare dal segregazionismo di alcuni stati del Sud all’elezione di un presidente come Obama, che, al di là del giudizio che si può dare al suo operato, ha comunque rappresentato un simbolo dell’avvenuta emancipazione dei Neri d’America.

Per cui – aggiunge il vice presidente del Consiglio comunale Emanuele Cocollini – descrivere gli USA come un paese razzista o in preda ad un razzismo di ritorno è cosa falsa e ridicola.

Il razzismo lo troviamo dappertutto, poiché non esistono società perfette. E dappertutto abbiamo il dovere morale di combatterlo. Ma lo dobbiamo combattere con serietà, parlando il linguaggio della verità e non quello artificioso della finzione. Perché diciamolo francamente: chi oggi inneggia al movimento del Black Lives Matter, usando come una clava l’accusa di razzismo lo fa unicamente per attaccare in modo strumentale il Presidente Trump e per denigrare gli Stati Uniti. E qui abbiamo il doppio riflesso pavloviano della nostra sinistra di matrice totalitaria: sempre pronta ad infamare e demonizzare l’avversario politico di turno, a livello nazionale come internazionale, e sempre pronta a dare addosso agli Stati Uniti, la cui colpa è quella di avere dato vita ad una democrazia che, nel rispetto degli inalienabili diritti umani alla libertà ed alla felicità, esalta la volontà del Popolo.

Io sono - lo sapete - un amico sincero degli USA, ma lo sono sempre, sia che abbiano un presidente repubblicano, sia che abbiano un presidente democratico, sia che abbiano un presidente bianco o che abbiano un presidente nero.

Perché è l’adesione ai valori di libertà e democrazia che mi lega alla storia ed alle tradizioni culturali di quel grande paese (che qualcuno strumentalizzando la vicenda Floyd cerca ancora infangare).

In un certo senso – conclude il vice presidente del Consiglio comunale Emanuele Cocollini – è proprio il mio essere filoamericano a rafforzarmi nella battaglia etica e ideale contro ogni forma di razzismo. Battaglia che condurrò ovunque opponendomi però a tutti i tentativi di strumentalizzarla per meschini interessi di parte e di potere”. (s.spa.)

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