“La ripartenza della domanda di lavoro da parte delle imprese del turismo, contestuale alla forte ripresa dei flussi, ha evidenziato numerose frizioni. In particolare – ha spiegato il presidente della Commissione Sviluppo Economico Enrico Conti – gli imprenditori hanno più volte lamentato una difficoltà a reperire la forza lavoro necessaria alle attività, e in particolare le figure professionali preparate per i compiti richiesti.
Le conclusioni di un recente lavoro di Bruno Anastasia direttore dell’osservatorio “Veneto lavoro” sui dati relativi ai contratti di lavoro avviati ridimensionano da un lato il problema del reperimento della manodopera nel turismo (i flussi dei contratti sono del tutto paragonabili a quelli prepandemia) e avanzano alcune ipotesi circa le ragioni di una maggiore frizione tra domanda e offerta di lavoro.
Non c’è necessaria contraddizione tra la constatazione che gli incontri domanda-offerta comunque avvengono e l’osservazione che essi – rispetto al passato – sono “più difficili”. Appaiono in effetti come più difficili, soprattutto per quegli imprenditori abituati in passato ad aspettare il materializzarsi spontaneo dei candidati a “fare la stagione”, (donne, giovani) alla ricerca di occupazioni che possono anche richiedere un impegno intenso ma comunque ancillari rispetto ad altri progetti di vita.
Il segnale della riduzione dell’offerta di lavoro stagionale da parte degli adulti può alludere alla difficoltà, oggi avvertita più che nel passato, di costruire intorno alle professionalità tipicamente spendibili nel settore, adeguati progetti di vita (compatibilità con la famiglia, livelli di reddito, tutele, etc.).
Qualsiasi – anche minima – crescita della domanda di lavoro nel comparto turistico incrocia vincoli importanti nell’offerta, di ordine demografico, normativo (difficoltà a inserire lavoratori stranieri), organizzativo e professionale, nonché formativo. C’è un tema di mismatch evidente tra competenze richieste e competenze proprie dei lavoratori che si candidano ai posti.
Occorre tener conto che la domanda di lavoro può crescere non solo in funzione dell’incremento dei turisti, ma anche dell’innalzamento (necessario) della qualità dei servizi offerti. Due sfide fondamentali per il sistema turistico fiorentino
Anche grazie alle diverse forme di sostegno al reddito la disponibilità di un’offerta di lavoro maggiormente in grado di contrattare redditi, orari e condizioni di lavoro può aver messo in difficoltà soprattutto le strutture turistiche marginali, economicamente fragili, con la propria sopravvivenza legata a filo doppio alla possibilità di introiti non dichiarati. E di conseguenza senza margini (o anche senza cultura) per costruire un nuovo rapporto con i dipendenti.
Emerge insomma il tema del lavoro in tutta la sua complessità, e in particolare del lavoro povero in un settore che ha bisogno di investimenti in qualità del lavoro, welfare e formazione per poter garantire nel tempo un’elevata qualità dei servizi offerti, cruciale in un’arena internazionale sempre più competitiva.
Occorre un grande patto tra le associazioni rappresentative dei produttori e le istituzioni rappresentative dei lavoratori – ha concluso il presidente della Commissione Sviluppo Economico Enrico Conti – per fare del modello turistico fiorentino un modello socialmente sostenibile e competitivo.
Per questo salutiamo con soddisfazione il fatto che sta arrivando in porto il protocollo di intesa a cui ha lavorato l’assessore Cecilia del Re, che ha per oggetto questi temi, che adesso passano in eredità alla Vice-sindaca Bettini”. (s.spa.)