“Eurocities ha realizzato un sondaggio: il 70% delle città europee giudica insufficiente il coinvolgimento da parte degli Stati nella redazione dei Piani nazionali di Recovery and Resilience e solo un sindaco su dieci ritiene che le proprie proposte siano state effettivamente inserite in questi piani. Un dato allarmante sul quale Commissione e Parlamento europei devono intervenire. Senza le città, il Recovery and Resilience Plan rischia il fallimento”. Lo ha detto il sindaco di Firenze e presidente di Eurocities Dario Nardella, intervenendo in collegamento online all'incontro dedicato ai piani Recovery e Resilience all’interno del Comitato europeo delle Regioni.
Il sindaco ha lanciato tre suggerimenti. “In primo luogo – ha detto – occorre sviluppare un dialogo strutturato e diretto tra la task force sul Recovery fund della Commissione europea e le città per monitorare il coinvolgimento delle autorità locali nei piani nazionali di ripresa e per seguire le modalità di attuazione dei piani a livello locale; in secondo luogo, organizzare un'audizione al Parlamento europeo, con la partecipazione degli Stati membri e delle autorità locali, per discutere le strategie locali, regionali e nazionali per la ripresa; in terzo luogo, collaborare con la Presidenza portoghese per garantire che il coinvolgimento dei governi locali sia affrontato dai ministri e che gli effetti della crisi a livello urbano, e in particolare sui settori della produzione creativa del turismo, siano trattati con priorità”.
“L'impatto della pandemia e della crisi è evidente in tutte le nostre città e regioni – ha sottolineato Nardella -. Nelle città, i poveri continuano a crescere, i tassi di disoccupazione stanno aumentando e le aziende locali stanno lottando per sopravvivere con il sostegno dei programmi governativi. I nostri welfare pubblici sono fondamentali per proteggere le persone vulnerabili e limitare la diffusione del virus ma sono al limite della pressione. Per la maggior parte dei sindaci è una priorità assoluta impegnarsi nelle discussioni sui piani nazionali di ripresa. La maggior parte di noi ha lavorato attivamente per un coinvolgimento diretto nello sviluppo di questi programmi. Ciò si aggiunge all'essere in prima linea 24 ore su 24, 7 giorni su 7 per limitare la diffusione del virus nelle nostre città e supportare anche i nostri governi nazionali nei loro sforzi”.