Ex Manifattura Tabacchi, Amato (PaP): “Asilo in via Boito e housing sociale striminzito e per 12 anni”

“La valorizzazione del territorio che taglia fuori i cittadini: dove è finita la funzione del Comune di rispondere ai bisogni pubblici?”

Questa è la sintesi dell'intervento in aula di Miriam Amato, consigliera aderente a Potere al Popolo:

“E' un intervento notevole e proprio per questo la mia attenzione va su alcuni aspetti, quelli al servizio della popolazione: asilo e housing sociale. Inizialmente era stato proposto dalla proprietà, e sostenuto anche dalla Giunta, di traslare all’esterno entrambe le funzioni sociali, quelle aperte alla cittadinanza, messe fuori dalla ex Manifattura Tabacchi, e destinati in via Boito, zona già altamente cementificata. Dopo un’accesa discussione nelle commissioni consiliari la soluzione è stata quella di spostare solo l’asilo all'esterno, senza però soffermarsi sul carico di traffico sulla zona, senza nessuno studio in merito, nessun contatto con i residenti e la futura utenza. Ma il tasto dolente resta l'housing sociale, ridotto e striminzito rispetto alle previsioni, con un accordo che prevede una soluzione abitativa per solo 12 anni. Eppure abbiamo avuto altre esperienze in città di affitti calmierati per le fasce grigie, senza essere stati in grado di tutelare gli inquilini e allo scadere dell'accordo, anche questa volta, avremo le stesse famiglie da risistemare, perché è questo il rischio, visto la crisi economica che colpisce gran parte della popolazione.
La ex Manifattura offrirà alla città nuove attività commerciali, di cui non si sa nulla. Quindi anche le previsioni sui posti di lavoro e opportunità sono mere supposizioni. Si lusingano di attrarre i capitali stranieri, di riqualificare la città, ma, guardando in concreto i progetti, sono tutti rivolti ad una città d'elite, con appartamenti e studentati di lusso e che tagliano fuori la maggioranza della popolazione. Ci presentano il progetto della Manifattura come aperta alla cittadinanza e secondo l’assessore il Polimoda e lo studentato sono servizi aperti alla cittadinanza. Eppure i costi per accedere al Polimoda e seguirne gli studi o degli studentati connessi non sono economicamente accessibili, ma l’amministrazione si è accorto che esistono i poveri?”.

(s.spa.)

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