Il consigliere dem ricorda nel suo intervento il lavoro del Cam (Centro di ascolto di uomini maltrattanti)
Questo il testo dell'intervento in aula del consigliere PD Stefano Di Puccio
"Il 17 novembre 2009 nasce a Firenze il Cam, centro di ascolto di uomini maltrattanti. E' un’associazione onlus che si sviluppa come progetto sperimentale del Cesvot innovazione e promosso dall’associazione Artemisia con la collaborazione della Asl 10 di Firenze.
Dal 2014 sono state aperte altre quattro sedi a Ferrara, nel Nord Sardegna, a Roma e a Cremona.
E’ un luogo di riferimento per quegli uomini che voglio intraprendere un percorso di cambiamento ed assumersi la responsabilità del loro comportamento di maltrattamento, fisico, psicologico, economico, sessuale e di stalking.
Al centro arrivano uomini che seguono un volontario percorso di cambiamento, ma anche uomini che hanno percorsi diversi, magari passando dal carcere e vengono indirizzati al centro da assistenti sociali. Il centro offre colloqui di orientamento e la possibilità di partecipare a gruppi di lavoro. Lo staff è multidisciplinare ed è composto da psicologi, psicoterapeuti, psichiatri ed educatori.
Anche quest’anno siamo a ricordare un qualcosa che purtroppo è fin troppo presente nella nostra quotidianità. I giornali, la televisione, i social, ogni giorno ci danno notizia di una violenza, di uno stupro, e quando va peggio della morte di una donna per mano di un uomo. Un femminicidio.
Il più delle volte quest’uomo ha le chiavi di casa, è il marito, il compagno, addirittura il padre. E le vittime subiscono due volte violenza, vengono giudicate, messe in discussione per quella libertà che inutilmente hanno conquistato. Se l’è cercata, perché era vestita in un certo modo, perché è uscita a quell’ora, è andata in quel posto, perché lo ha provocato, perché lo ha lasciato.
Ancora oggi leggiamo titoli di giornali di questo tenore: l’ha uccisa perché l’amava… dramma della gelosia… delitto di passione.
Cioè la colpa è della donna. E per questa colpa la donna muore.
E invece no: la colpa è dell’uomo, ed è ora che l’uomo ne prenda coscienza. Difficile cambiare modo di pensare quando, specialmente persone della mia età hanno vissuto in un’epoca dove il codice penale parlava di diritto d’onore, dove la mamma e la nonna stavano a casa e gli uomini uscivano, lavoravano, andavano al bar e loro sì potevano, e se andavano con altre donne potevano anche vantarsene, e se le mamme le nonne si ribellavano magari prendevano anche le botte. Ebbene credo che sia importante che oggi si parli di questi temi, dobbiamo cambiare mentalità, dobbiamo cambiare le parole, le parole che noi uomini usiamo. Quindi credo fermamente che il nostro compito sia quello di educare le nuove generazioni, di cambiare declinazione, perché non si ripeta più di esercitare pressioni, di fare violenza fino ad uccidere, con la convinzione, con la scusa, di essere nel giusto, di avere ragione. Non deve più succedere". (fdr)