“Grazie al comune di Scandicci per il ricordo domani ad un anno dalla morte”
Queste le dichiarazioni della capogruppo di Firenze Democratica, Cecilia Del Re, e Leonardo Calistri, presidente di Firenze Democratica:
“Oggi in consiglio comunale, il presidente del Consiglio comunale ha ricordato Giuseppe Matulli, già vicesindaco del Comune di Firenze, di cui domani ricorre l’anniversario del primo anno dalla sua scomparsa.
Il Comune di Scandicci, di cui Beppe Matulli conservava un bellissimo ricordo, domani lo commemora con un consiglio dove interverranno autorevoli esponenti che hanno condiviso con lui l’esperienza politica o quella nelle associazioni o nelle istituzioni culturali a cui Matulli ha dato molto nel corso della sua esistenza.
Matulli ha, infatti, ricoperto tanti ruoli, portato avanti tante battaglie, per Firenze e per il nostro territorio più vasto, con tenacia e uno sguardo sempre oltre. Oltre le polemiche, oltre il consenso immediato, oltre ciò che il potere poteva non gradire in quel momento. “Per la gente e tra la gente”. E la sua conoscenza e passione per la storia gli hanno sempre permesso di leggere la realtà delle cose con la giusta chiave interpretativa. Fino all’ultimo tratto, che abbiamo avuto l’onore di percorrere insieme a lui.
Saremo sempre grati a Beppe Matulli non solo per la sua opera amministrativa, concreta e duratura, ma anche per la sua testimonianza di vita che portiamo con noi, impegnandoci con umiltà a raccogliere il suo testimone nel nostro impegno civico e politico, seguendo i temi che gli stavano a cuore, dal carcere ai valori della Resistenza e della costituzione, dalla grande Firenze all’accessibilità del centro storico fiorentino per una città che fosse vivibile per i suoi cittadini e cittadine.
Nel ricordare l’impegno di Matulli nelle istituzioni e nei partiti, Massimo Morisi ha parlato di “politica colta”. E quella di Matulli fu certamente una politica che avevo lo spessore della cultura, che tuttavia non era mai accademia. Ma era quel “coltivare” la terra che significa lavorare sull’esistente, su una realtà che ci precede e che esige comprensione e rispetto per quello che è.
Una politica che manca, ma che avendola conosciuta da vicino ci dà speranza, perché ci conferma che un modo umano, rispettoso e colto di fare politica sia davvero possibile”. (s.spa.)