Il convegno, a Palazzo Vecchio, con al presidente del senato Maria Elisabetta Alberti Casellati
La Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati ha presenziato al convegno su “Il Parlamento italiano da Firenze a Roma. Il Ruolo delle Assemblee elettive nella Società che cambia”. L’evento è stato organizzato dal presidente del Consiglio comunale Luca Milani per il 150° anniversario della fine delle celebrazioni di Firenze Capitale 1861-2021 e per i 75 anni dalla nascita della Repubblica Italiana.
Tra gli interventi quello del sindaco Nardella, del presidente del Consiglio comunale Luca Milani, del presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo, di Cosimo Ceccuti, presidente della Fondazione Spadolini Nuova Antologia, di Andrea Simoncini, ordinario di diritto costituzionale all’Ateneo di Firenze, di Matteo Biffoni, presidente di Anci Toscana, di Francesca Brogi, coordinatrice regionale di Anci Giovani e del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.
“Un mondo in continuo cambiamento e una società sempre più complessa, ci impongono di riflettere sul ruolo che devono assumere le assemblee elettive – ha detto il sindaco Dario Nardella –, affinché possano fare svolgere sempre al meglio il proprio compito. Ho sempre percepito la nostra Carta costituzionale come un corpo vivo e non statico che può adeguarsi, salvaguardandone i principi fondamentali, alle sempre nuove esigenze della società e della democrazia. Il nostro grande concittadino costituente Piero Calamandrei, di cui oggi celebriamo l’anniversario della morte, amava sempre ricordare che la Costituzione non è una macchina che va avanti da sé, ma è appunto quel corpo vivo che ha bisogno di un indispensabile lavoro delle Istituzioni della società affinché i principi in essa sanciti potessero e possano essere vivi, presenti, efficaci, reali nella società. C’è ancora un grande lavoro di attuazione della nostra Costituzione”. “Proprio in questi giorni stiamo assistendo ad un fatto di rilievo – ha continuato Nardella –. Mi riferisco allo strumento referendario. Il digitale ha permesso in pochi giorni di raggiungere un numero di firme inimmaginabile con le modalità classiche. Molti si stanno interrogando sui possibili rischi di un accesso così “immediato” alla fase di raccolta di firme del referendum. Ciò che tuttavia vorrei sottolineare è la voglia e il desiderio di partecipazione alle scelte politiche da parte dei cittadini che questa innovazione fa emergere. Circa un anno fa, proprio a seguito di un referendum confermativo del testo di legge costituzionale, i cittadini hanno scelto di ridurre il numero dei parlamentari, con l’obiettivo di favorire un miglioramento del processo decisionale delle Camere per renderle più capaci di rispondere alle esigenze dei cittadini e allineando peraltro l’Italia al resto d’Europa in termini di numero di parlamentari”. “È tuttavia evidente che quello è stato solo un primo passo per una stagione di riforme che devono mirare a rinsaldare il rapporto tra elettori ed eletti – ha spiegato il sindaco – tra cittadini e Istituzioni, a valorizzare la rappresentanza democratica e territoriale, attraverso il definitivo superamento del bicameralismo perfetto, fondamentale per l’effettivo snellimento dell’iter parlamentare; attraverso una legge elettorale più focalizzata sulla effettiva capacità di legare il parlamentare al territorio di riferimento e attraverso la modifica del titolo V della Costituzione. Con l’obiettivo finale di rendere il Parlamento un organo più efficiente, più incisivo e più rappresentativo della volontà popolare”.
Il sindaco nel suo saluto ha fatto riferimento al al ruolo dei sindaci “che spesso sono la parte della classe politica più vicina al cittadino e allo stesso tempo privata di strumenti realmente efficaci e caricata di responsabilità talvolta sproporzionate”. “La rappresentanza dei territori passa anche e soprattutto – ha concluso il sindaco – dall’esperienza degli amministratori pubblici che sono parte integrante della classe dirigente del Paese, per i quali vanno posti in essere tutti quegli strumenti correttivi che permettono agli amministratori locali di poter partecipare e avere maggior peso nelle scelte del governo centrale. Oltre alla capacità di avere e promuovere buone leggi è necessario nell’azione quotidiana di governo dei territori andare incontro a quegli obiettivi ambiziosi e difficili di portata globale. Non vi è infatti sfida di caratura globale come la lotta al cambiamento climatico, l’immigrazione, i temi dell’inclusione sociale che non si possano raggiungere con il pieno coinvolgimento delle comunità locali e di chi le governa”.
“Durante le assemblee della conferenza dei Consigli comunali della Toscana, più volte i presidenti ed i consiglieri si sono lamentati per la poca agibilità politica dell’attuale legge, riconosciuta per altro come la riforma migliore che sia stata fatta perché – ha spiegato il presidente del Consiglio comunale Luca Milani – con l’elezione diretta, definisce in maniera chiara ruolo e responsabilità dei Sindaci; forse eccessiva responsabilità. Nell’opinione pubblica l’Amministrazione comunale oggi si identifica, essenzialmente, con il Sindaco e la Giunta e, forse, tanta opinione pubblica farebbe anche a meno della liturgia dei Consigli comunali. Se scorriamo gli annali degli eletti in Consiglio comunale troviamo dei nomi che sono dei monumenti della storia Repubblicana. Uno su tutti, lo voglio ricordare, è Pietro Calamandrei di cui oggi ricorre l’anniversario della scomparsa: docente universitario, politico antifascista, rettore dell’Università di Firenze, deputato della Repubblica e, infine, consigliere comunale. Le consigliere ed i consiglieri sono chiamati al servizio delle comunità delle nostre città che costituiscono l’ossatura della nostra Repubblica; dobbiamo esserne fieri e rivendicare a gran voce che, per servire nel migliore dei modi le istituzioni, come stabilisce l’articolo 51: ‘chi è chiamato a funzioni pubbliche elettive ha diritto di predisporre del tempo necessario al loro adempimento’. Oggi questo tempo non è sufficiente – ha concluso il presidente Milani – perché tutto è stato ridotto al minimo, e il tempo necessariamente viene sottratto all’impegno lavorativo, con il rischio concreto che solo alcuni possano permettersi il lusso di partecipare alla vita pubblica. Infine il ruolo delle città. Sono convinto che attraverso le città possa partire la rigenerazione per una Europa della fratellanza, della solidarietà, dell’accoglienza. Sono le città, se ne avranno le capacità e l’agibilità, a giocare un ruolo fondamentale per l’Europa che vogliamo”. (fp - s.spa.)