Queste le dichiarazioni della presidente della Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione Stefania Collesei
“In questo momento drammatico, dove è in corso una fragile tregua a Gaza, la situazione è aggravata dall’annuncio di Israele di ritirarsi dal Consiglio per i Diritti Umani, seguendo gli Stati Uniti. I quali agitano la volontà di prendere il controllo e la proprietà della Striscia per trasformarla nella “ Riviera del Medio Oriente”, sollevando lo spettro di un “trasferimento” (o deportazione) di due milioni di persone.
Dichiarazioni gravissime che prefigurano gravissime violazioni del diritto internazionale.
Contro si sono schierati Francia e Spagna e anche l’Italia ribadisce la soluzione dei due Popoli, due Stati.
Ma è sotto gli occhi di tutti che la situazione sta peggiorando. Mentre nella Striscia c’è il cessate il fuoco Israele lancia l’operazione in Cisgiordania.
Le telecamere RAI a Jenin testimoniano di decine di morti e 15.000 sfollati, spari negli ospedali, chiusi pozzi e strade.
A Turkarem i bulldozer devastano strade ed edifici, compresi quelli della cooperazione internazionale, compreso quella sanitaria della Regione Toscana.
Ci viene chesto di non girarsi dall’altra parte.
Lo scorso venerdì 7 febbraio io e il Presidente del Consiglio Comunale Cosimo Guccione abbiamo ricevuto alcuni rapprentanti dell’Associazione “Palestian Center for Media” operante a Hebron accompagnati da Dirigenti dell’ARCI.
Hebron è una città a Sud della Cisgiorgania di circa 350.000 abitanti, simile per questo a Firenze.
Ci hanno rapprentato una situazione di autentico apartheid: dentro la città sono collocati 121 check point sorvegliati dall’esercito, che possono essere attraversati con autorizzazione, anche solo per andare al cimitero o per recarsi alla Croce Rossa per malattia o parto imminente, autorizzazione che arriva quando arriva, a discrezione, e non al bisogno.
Mura, tornelli, cancelli per separare gli abitanti dai coloni, appropriatisi degli edifici dei residenti, distribuiti in otto enclave.
Spesso le case dei palestinesi vengono murate e gli abitanti passano dalle finestre con le scale di fortuna.
Sono stati chiusi negozi e mercati. 700 coloni con l’aiuto dell’esercito tengono in scacco la città minandone l’economia, usando metodi violenti, perpetrando arresti nei confronti di chi si ribella. Ci hanno lanciato un grido di aiuto, di richiesta del rispetto del diritto internazionale.
La pacifica convivenza tra ebrei e palestinesi è minata dal terrorismo di Hamas ma anche dalla tracotanza di un governo di ultradestra, dai fanatici fondamentalisti religiosi e ora anche dall’istinto immobiliarista della Casa Bianca”. (s.spa.)