L’evento “La nascita della democrazia della città da Fabiani a La Pira: Storia della Comunità dell’Isolotto”, organizzato dal Presidente del Consiglio comunale Luca Milani, si terrà sabato 23 marzo, ore 17, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio con una tavola rotonda sul tema e la proiezione de “Le chiavi di una storia” film documentario di Federico Micali sull’Isolotto (prenotazione necessaria alla mail: elisabetta.bartolini@comune.fi.it).
Alla tavola rotonda parteciperanno oltre a Luca Milani e Federico Micali, l’ex assessore del Comune di Firenze Franco Camarlinghi, il presidente dell’associazione Fioretta Mazzei Giovanna Carrocci, la docente di storia contemporanea dell’Università di Firenze Simonetta Soldani e Marco Benvenuti in rappresentanza della Comunità dell’Isolotto. Presenti il giornalista Alberto Severi, i consiglierei del Comune di Roma Giovanni Caudo e Flavia De Gregorio.
“Quest’anno ricordiamo i 50 anni dalla scomparsa di Mario Fabiani, 70 anni dalla consegna delle prime chiavi al Quartiere dell’Isolotto ed i 120 anni di Giorgio La Pira. Tra le iniziative in ricordo della nascita di questo quartiere – spiega il presidente del Consiglio comunale Luca Milani – l’iniziativa di sabato prossimo propone, attraverso un docufilm, una stagione politica e culturale per molti versi straordinaria: la Firenze da Mario Fabiani, primo sindaco dopo la Liberazione fino al sindaco Giorgio La Pira. Se Fabiani gestì la Firenze postbellica, La Pira trasformò profondamente la città: si ricostruirono i ponti distrutti dalla guerra, i servizi sociali furono potenziati, anche le attività culturali hanno avuto nuovo sviluppo. Convinto che Firenze avesse una missione da compiere, La Pira ne promosse la vocazione internazionale organizzando i Convegni per la pace e la civiltà cristiana, il convegno dei sindaci delle città capitali e i Colloqui del Mediterraneo. Nel 1954 – aggiunge Milani – La Pira inaugurava l’Isolotto, una importante risposta data dalla sua amministrazione al gravissimo problema abitativo. L’Isolotto è la dimostrazione dell’aspirazione di La Pira a rendere Firenze una città moderna, attenta ai diritti ma anche all’inclusione sociale. Una stagione importante per la città che ripercorreremo sabato in Palazzo Vecchio”.
Alle 17.45 è dunque prevista la proiezione de “Le Chiavi di una Storia” che torna a casa dopo oltre 80 proiezioni in tutta Italia e che proprio la settimana scorsa ha avuto una proiezione speciale in Campidoglio a Roma. Il film aveva avuto la sua première fiorentina al 63° Festival dei Popoli a cui erano seguite una serie di richiestissime repliche in città grazie alla calorosa accoglienza di stampa e pubblico. Un’attenzione che ha presto stimolato l’interesse di altre città per una distribuzione che ancora prosegue con successo.
Il film racconta la storia della Comunità attraverso una serie di testimonianze e l’uso di materiali di repertorio - molti dei quali mai utilizzati fino ad oggi - conservati presso l’archivio della Comunità stessa. “Sono stato coinvolto dalla Comunità per la realizzazione di questo lavoro – ha detto Micali – e sono rimasto colpito soprattutto da questo senso di identità collettiva. Mi sono quindi indirizzato verso un racconto corale e condiviso, senza protagonisti né voci narranti di una storia paradigmatica e rivoluzionaria”.
C’è stato un momento in cui il quartiere popolare dell’Isolotto di Firenze è stato al centro dell’attenzione mediatica mondiale: la contestazione del ’68 si era allargata per la prima volta alla chiesa dove un’intera comunità stava praticando le idee del Concilio Vaticano secondo, per una chiesa aperta e senza potere. E l’Isolotto, quartiere popolare ed operaio nato solo pochi anni prima, era il luogo perfetto in cui coltivare legami nuovi e obiettivi comuni. Ma questi ideali trovarono una forte opposizione da parte dei vertici ecclesiastici, tanto da far decretare l’estromissione del parroco (Enzo Mazzi) e provocare una reazione del quartiere capace di iniziare un’inedita esperienza di autogestione orizzontale, e attenta alle disuguaglianze del mondo. Un’esperienza comunitaria cominciata in chiesa e proseguita nella piazza per oltre trent’anni, ed arrivata fino ad oggi, fuori dal “dominio del sacro”, e arricchita da molteplici iniziative sociali.
“La voglia di raccontarci - dicono dalla Comunità dell’Isolotto - si lega ai vissuti personali entro una trama collettiva che ha generato ha generato consapevolezza, partecipazione e che ha reso il territorio dell’Isolotto protagonista di conquiste ed esperienze sociali innovative nella recente storia di Firenze. L’obiettivo è anche quello di offrire alle generazioni che non hanno vissuto o conosciuto tutto questo una chiave di lettura che permetta di trovare nella narrazione ragioni per leggere e affrontare le sfide del presente”.
Era il 1954 quando furono consegnatele le chiavi di circa mille appartamenti realizzati nell’ambito di un progetto che interessava la riva sinistra dell’Arno, di fronte al parco delle Cascine: nasce così il quartiere dell’Isolotto di Firenze, la “città-satellite”, come definita dal sindaco La Pira. In un terreno fino ad allora abbandonato le nuove case furono assegnate a gruppi eterogenei di persone: profughi dell'Istria, impiegati, operai della Galileo e altre fabbriche fiorentine, sfollati e sfrattati, immigrati dal sud Italia. Principio cardine di questo nuovo quartiere era la diversità, quella stessa diversità su cui si erigerà la storica comunità dell'Isolotto che si è battuta per veder riconosciuti i diritti di tutti, guidata dal “prete ribelle” Don Mazzi (Enzo per la comunità). In un racconto corale, la voce degli stessi protagonisti, ritmata dalle immagini di repertorio, ci riporta indietro nel tempo e ci fa rivivere i momenti cardine che hanno infiammato il decennio degli anni '60, le lotte di chi ha combattuto per cambiare e trasformare le istituzioni e aprire un dibattito politico e sociale sul fare comunità.
“Le chiavi di una storia” è stato prodotto dalla Comunità dell’Isolotto con il supporto di Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze. In seguito alla calorosa accoglienza del pubblico internazionale ricevuta durante l’anteprima, il film è in fase di traduzione in inglese, spagnolo e catalano per future proiezioni in tutta Europa.
Federico Micali è un regista e sceneggiatore fiorentino, classe 1971. Fra i suoi progetti più recenti, il docufilm Looking For Negroni (coprodotto da Rai Cinema), il documentario “Firenze sotto vetro” (con Pablo Benedetti) e soprattutto il film “L’Universale” (ispirato alla storia del popolare cinema di Firenze), con Francesco Turbanti, Matilda Lutz, Claudio Bigagli e Maurizio Lombardi. La sua filmografia comprende molti documentari che hanno avuto un’ampia diffusione cinematografica ed editoriale: tra questi “Genova senza risposte” (girato durante il G8 di Genova del 2001 e distribuito in pellicola 35mm), “Firenze Città aperta” (sul social forum europeo del 2002), “Nunca Mais” (il film sul disastro ecologico della petroliera Prestigie in Galizia), “99 Amaranto” (su Livorno e il suo riflesso nel calcio di Cristiano Lucarelli) e “L’Ultima Zingarata”, con la partecipazione di Mario Monicelli e Gastone Moschin. (s.spa.)