“Dobbiamo essere all’altezza di chi ci ha preceduto per combattere le sfide che il tempo ci pone, a cominciare da questa terribile pandemia”
“Oggi è una festa particolare, come lo è stata quella di un anno fa, e la celebriamo in diretta streaming dal Salone dei Cinquecento insolitamente vuoto, invece che in piazza. Stiamo vivendo un momento delicato e complesso, carico di preoccupazioni, angosce e aspettative per il futuro, che risente dei sacrifici pesanti di questi lunghi mesi di restrizioni. Allo stesso tempo, però, è un momento pieno di speranza perché se i nostri padri e i nostri nonni hanno saputo combattere contro l’odio, il razzismo e l’oppressione nazifascista, noi dobbiamo essere all’altezza di chi ci ha preceduto per combattere le sfide che il tempo ci pone di fronte, a cominciare da questa terribile pandemia”. Lo ha detto il sindaco Dario Nardella nel suo intervento dal Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, dove si è tenuta la cerimonia ufficiale per il 76esimo anniversario della Liberazione nazionale, nell'ambito della quale è intervenuta anche la vicepresidente nazionale dell’Anpi e presidente dell’Anpi Firenze Vania Bagni.
L’iniziativa, che è stata trasmessa esclusivamente on line sul Canale YouTube ‘Dirette streaming della Città di Firenze’, si è aperta con l’Inno d’Italia eseguito dal duo di Fisarmoniche Irene Squizzato e Antonio Zappavigna del Conservatorio di musica “Luigi Cherubini” e si è chiusa con i due giovani musicisti che hanno suonato “Bella Ciao”. Il sindaco, oltre a intervenire in ricordo della Liberazione d’Italia, ha dialogato con lo studente e attivista politico Leonardo Margarito e con Barbara Serra, giornalista di Al Jazeera in collegamento da Londra, autrice del documentario “Fascism in the Family”. Giornalista televisiva con oltre quindici anni di esperienza nei principali canali all-news internazionali (ha lavorato per BBC, Sky News e Five News), Serra è conduttrice della redazione di Londra di Al Jazeera English e opinionista del programma ‘Tv Talk’ in onda su Rai 3.
Le celebrazioni in città, medaglia d’oro della Resistenza, sono iniziate in piazza dell’Unità d’Italia, dove, come da tradizione, due agenti della Polizia municipale in alta uniforme hanno deposto una corona di alloro al monumento ai caduti di tutte le guerre alla presenza del sindaco Dario Nardella, del presidente del Consiglio comunale Luca Milani, del prefetto Alessandra Guidi, del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, della presidente dell’Anpi Firenze Vania Bagni e di una delegazione ristretta delle forze armate. A seguire, il sindaco si è recato al Sacrario di Campo di Marte, allo stadio Franchi, dove insieme all’assessore alla Cultura della memoria Alessandro Martini, al presidente del Quartiere 2 Michele Pierguidi, alla consigliera comunale Mimma Dardano, alla presidente dell’Anpi Firenze Vania Bagni e a Giancarlo Antognoni in rappresentanza di ACF Fiorentina ha partecipato alla cerimonia di deposizione di una corona per ricordare la fucilazione allo stadio del Campo di Marte, avvenuta il 22 marzo del 1944, di cinque giovani di Vicchio di Mugello condannati a morte dal tribunale fascista e insigniti di medaglia d’oro al valor civile.
“Abbiamo deciso di festeggiare questo 25 aprile nei luoghi tradizionali, ma anche in luoghi nuovi - ha spiegato il sindaco Nardella -, che legano in qualche modo Firenze alla lotta al nazifascismo. A Campo di Marte abbiamo onorato i cinque giovani di Vicchio di Mugello condannati a morte dal tribunale fascista, mentre in ogni quartiere i presidenti, un rappresentante dell’Anpi e i cittadini hanno ricordato i luoghi che sono la testimonianza materiale di quello che Firenze ha sofferto durante il nazifascismo con le leggi razziali, le deportazioni e le privazioni delle libertà fondamentali”. “Firenze si è liberata da sola l’11 agosto 1944 e questa è la cosa di cui sono più orgoglioso - ha continuato Nardella -. Gli alleati che furono preziosissimi e fondamentali arrivarono quando la città era già liberata, mentre il 25 aprile rimane per tutti noi una data nella quale riscoprire un senso di identità e memoria per tutto il Paese”.
Nel corso della mattinata, oltre alla cerimonia al Sacrario di Campo di Marte, si sono tenute iniziative all’esterno in luoghi simbolo dei 5 quartieri, dove erano presenti i presidenti e un rappresentante dell’Anpi per deporre una corona di alloro in ricordo dei caduti: il presidente del Quartiere 1 Maurizio Sguanci era in via Pandolfini (angolo via del Crocifisso) alla lapide a Senigallia; la presidente del Quartiere 3 Serena Perini al Monumento ai caduti a Ponte a Ema; il presidente del Quartiere 5 Cristiano Balli al Monumento ai caduti in piazza Dalmazia, mentre il presidente del Quartiere 4 Mirko Dormentoni era alla Terrazza dei partigiani al cimitero di Soffiano.
Una corona di alloro è stata deposta, tra gli altri, dall’assessore Martini e dal presidente del Consiglio Milani alla Fortezza da Basso al monumento dell’Associazione nazionale ex internati (Anei). (fp)