Queste le dichiarazioni del presidente del Consiglio comunale Luca Milani
“Era il 1972 quando un camion, che in teoria avrebbe dovuto trasportare macchine da cucire, ha un incidente sotto il tunnel del Monte Bianco. Si scoprirà che nascosti al suo interno viaggiavano da giorni 28 persone originarie del Mali che erano dirette in Francia nella speranza di un lavoro e di migliori condizioni di vita. Tutti persero la vita nello schianto. Questa tragedia fu la scintilla che portò, nel 1990, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a proclamare il 18 dicembre la Giornata internazionale per i diritti dei migranti.
Entrerà in vigore nel 2003, esattamente 20 anni fa, al raggiungimento del numero minimo di ratifiche previste.
In essa si riconosce la specifica situazione di vulnerabilità dei lavoratori migranti e prevede il rispetto dei diritti umani dei migranti, proponendo una serie di disposizioni per combattere gli abusi e lo sfruttamento dei lavoratori migranti e delle loro famiglie. A questo proposito è significativo l’art. 9 in cui si sancisce il “diritto alla vita dei lavoratori migranti”: già negli anni ’70, quando si iniziò a lavorare alla stesura della Convenzione, era ben nota la pericolosità delle rotte migratorie. In essa si trova inoltre la definizione internazionale di “lavoratore migrante” e si stabiliscono standard internazionali per il trattamento dei migranti e delle loro famiglie. Lo scopo è quello di prevenire da un lato lo sfruttamento delle persone (art. 10) e dall’altro gli ingressi illegali (art. 68).
Quello delle migrazioni è il tema dei temi, quello che viene affrontato da ogni paese del mondo: quelli di partenza, quelli di transito e quelli di destinazione dei migranti. Sebbene con punti di vista e obiettivi differenti. Sul tema delle migrazioni l’Europa ha rischiato di frantumarsi nel 2015 quando fu investita da un’ondata di persone in movimento senza precedenti. Neanche la crisi economica aveva messo così sotto pressione l’Unione Europea.
Oggi il mondo è diviso tra i paesi da dove partono le persone in cerca della speranza di un lavoro e quindi di un futuro migliore ed i paesi che erigono muri , reali o legislativi, per respingere queste persone.
La Convenzione Internazionale sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti ben riflette questo conflitto tra i paesi di origine e quelli di destinazione. Ad oggi la Convenzione è stata infatti ratificata soltanto da 59 Stati, tutti appartenenti ai paesi da cui partone le rotte migratorie, e da nessun paese occidentale. Neanche dall’Italia. La redazione della Convenzione iniziò negli anni ’70, fu approvata nel 1990 ed entrò in vigore nel 2003, 13 anni dopo l’approvazione, nel momento in cui si raggiunse il numero minimo di ratifiche. Tuttavia con con così pochi paesi aderenti è di fatto uno strumento inutile.
Va ribadito, ancora una volta, che il migrante è una persona e come tale gli devono essere riconosciuti tutti i diritti che spettano a ogni altro uomo, donna o bambino che vivono su questa Terra. In questo tempo, vediamo che le migrazioni si verificano a causa delle guerre, delle carestie, della siccità, degli effetti distruttivi dei cambiamenti climatici. Oggi più che mai siamo interpellati da questo migrare, dobbiamo iniziare a ragionare pensando che viviamo in una casa comune, bisogna guardare oltre i confini nazionali. Ci si salva insieme”. (s.spa.)