Maggio Musicale, Palagi e Bundu (SPC): "Il PD lo mette a rischio, anche ora. Non ha responsabilità"

"Dispiace per il voto contrario sulla delibera di tutte le opposizioni: pensare alle elezioni invece che al merito delle politiche di governo è un modo sbagliato di prendersi cura della cultura e della Città"

Queste le dichiarazioni di Dmitrij Palagi e Antonella Bundu - Sinistra Progetto Comune

"Quattro anni fa, nel settembre del 2019, abbiamo iniziato a chiedere al Sindaco e alla Giunta come intendesse sostenere economicamente il "metodo Pereira", ben conosciuto e da lui sempre rivendicato. Forse le risposte sono depositate all'ufficio oggetto smarriti, per cui si è approvato un nuovo regolamento proprio ieri. Salteranno fuori?

Il Sindaco non è mai venuto a risponderne in Consiglio comunale, un luogo davvero poco frequentato da quando ricopre tale incarico. Ha mandato prima l'Assessore Sacchi (oggi a Milano), poi la Vicesindaca Bettini, che però ieri non era presente durante la votazione sulla delibera proposta da tutte le opposizioni per una Commissione sul Maggio Musicale, per cui destre e 5 Stelle (che ringraziamo) avevano indicato "Palagi presidente" (soprannominato ironicamente Torquemada dal Consigliere Bocci).

Il Salone de' Dugento non può sostituirsi ai tribunali, ma la politica non si fa nei tribunali. E occorre capire come il Comune di Firenze abbia reso possibile un ulteriore indebitamento del Maggio.

Il Partito Democratico ha preferito non usare questi ultimi mesi di consiliatura per fare chiarezza. Preferisce trascinare il Maggio Musicale in campagna elettorale, dove le destre potranno vantarsi dei finanziamenti del Governo nazionale e chi vuol male al teatro tenterà di parlare di "carrozzone".

Invece dobbiamo tutelare lo spazio culturale della città, ma soprattutto difendere il futuro delle lavoratrici e dei lavoratori, a cui sono stati chiesti sacrifici in tutti questi anni.

Dalle parti della maggioranza ci sembra di capire che si ritenga Palazzo Vecchio insufficiente, per controllare il Maggio. Anche per questo serviva una Commissione. Ci avrebbe permesso di capire quali sono gli strumenti di politica culturale di cui dispone l'Ente. Ma la Commissione serviva anche per altro. Per spiegarlo citiamo il PD fiorentino di questi anni, limitandoci a tre esempi, tra tanti.

«Ho chiesto a Pereira di giocare in attacco con questo teatro puntando a realizzare la più bella stagione operistica e concertistica d’Italia e così è stato. Ora dobbiamo tutti sostenere questo percorso, perciò torno a rivolgermi a quelle organizzazioni sindacali che si sono mostrate più indisponibili a garantire un impegno costruttivo e responsabile, a fronte del quale da parte mia assicurerà la massima collaborazione. [...] Interrompere questo grande percorso di rilancio sarebbe imperdonabile». Sono le parole del Sindaco del 5 ottobre 2021.

«Il ministro Dario Franceschini mi ha appena informato di una notizia di una rilevanza straordinaria: il Consiglio dei ministri ha inserito nella legge di bilancio appena approvata un fondo specifico di 150 milioni di euro a fondo perduto per ricapitalizzare tutte le fondazioni lirico sinfoniche italiane che hanno accumulato debiti nel corso degli anni. Si tratta di una svolta storica per i nostri grandi teatri e che ha un impatto particolarmente positivo per il Maggio musicale fiorentino. E’ un grande giorno per tutta la lirica italiana e per la nostra città. [...] Questa operazione - continua - ci consentirà di estinguere completamente lo stock di debito accumulato, arrivato a 54 milioni di euro, un fardello insostenibile che ha condizionato tutte le politiche culturali del teatro portandoci a operare scelte difficili e dolorose come l'eliminazione del corpo di ballo e la razionalizzazione delle risorse umane. Grazie a questa misura strutturale il teatro potrà sopportare con ottimismo i futuri investimenti strategici alla pari degli altri teatri europei. [...] Fino ad ora abbiamo vissuto la sensazione di possedere una Ferrari senza benzina. Oggi finalmente possiamo lanciarci in una nuova fase». Sempre parole del Sindaco, del 29 ottobre 2021.

«Dispiace che Chiarot intervenga senza che nessuno lo abbia direttamente interpellato semplicemente per alimentare una polemica assurda e incomprensibile. Nessuno ha chiamato in causa l’ex Sovrintendente, di cui francamente nessuno si ricordava più, neanche Pereira, che durante l’audizione in commissione ha fatto riferimento in generale alla situazione del teatro degli anni precedenti. [...] L’operato di Pereira sul rilancio artistico è sotto gli occhi di tutti». Sono le parole del Capogruppo del Partito Democratico del 7 giugno 2022. (fdr)

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