“A nome di Firenze Democratica – spiega il consigliere Massimilano Piccioli – esporrò alcune valutazioni in merito agli atti oggi in votazione, ovvero il nuovo piano operativo e strutturale della città di Firenze. Si tratta di atti importanti, a cui però nella fase delle osservazioni e dell’esame dei piani post adozione non è stata data la dovuta attenzione ed è mancata la partecipazione con i cittadini. L’esame nei quartieri dei piani è stato ridotto al minimo, e i consiglieri del Quartiere 1 non sono stati mai auditi nonostante le loro richieste. L’unico obiettivo che l’amministrazione pareva avere, in questi mesi, era quello di parlare il meno possibile di questi piani e di apportare alcune modifiche che lo hanno però snaturato nei suoi principi.
Esprimiamo dunque diverse perplessità sui piani che arrivano oggi al voto sia per ragioni di metodo - e quindi la scarsa partecipazione tra la fase di adozione e quella di approvazione: il sindaco, che ha tenuto la delega all’urbanistica, non si è mai visto in commissione; in aggiunta, non sono state esaminate in Commissione tutte le osservazioni dei cittadini che la giunta ha bocciato, e quindi abbiamo una visione solo parziale di quanto la nostra comunità ha avuto modo di osservare sul piano - sia poi e, soprattuto, per motivi di merito.
Siamo d’accordo col sindaco su tante azioni che ha illustrato oggi, e che ovviamente erano contenute nel piano presentato un anno fa dall’assessora Del Re a questo Consiglio comunale e votato a larga maggioranza. Ma non siamo d’accordo su nuove scelte contenute nel Piano operativo, su cui il sindaco neppure si è invece soffermato, che disattendono la visione di città pubblica che oggi il sindaco ha più volte sottolineato. Il piano adottato, infatti, prevedeva anche nuovi strumenti per l’acquisto di immobili da mettere al servizio del pubblico, e invece tale prospettiva è stata disattesa da operazioni come l’introduzione della scheda dell’ex Ospedale San Giovanni di Dio, di cui è prevista la trasformazione privata, e dalla modifica delle norme sulle monetizzazioni.
Anche la scelta di non avere un metro quadro in più di turistico-ricettivo in centro è stata affossata dalla variante Air B&B, recepita inizialmente dal Piano oggi in esame e poi all’ultimo eliminata, perché ha creato un nuovo mercato della rendita consolidando la posizione di oltre 13.000 appartamenti in centro storico, sottraendoli per sempre alla residenza pura, e facendo registrare una impennata degli immobili destinati agli affitti brevi sia in centro, prima del blocco, sia fuori dal centro storico, facendo altresì innalzare i prezzi degli affitti e delle case e rendendo Firenze sempre più inaccessibile. Nessuna altra città ha seguito questa strada, perché le conseguenze sono state purtroppo peggiori degli intenti, che erano invece condivisibili.
Le nuove disposizioni introdotte nel poc adottato sulle monetizzazioni in tema di social housing per ristrutturare gli alloggi ERP e comprare nuovo patrimonio – continua Piccioli – sono state ridimensionate, ponendo di fatto sul privato l’onere di costruire social housing e solo per un periodo determinato, risolvendo così un problema solo a breve termine, e scaricandolo sulle prossime generazioni.
Anche la modifica della norma sugli studentati reintroduce la ambiguità tra alberghi e studentati che aveva creato la norma del ruc del 2015: nel piano adottato, i giorni di apertura all’esterno erano stati limitati a 60 giorni, concentrandoli nei mesi di luglio e agosto anche per un controllo più efficace; mentre la Giunta nel piano in approvazione ha rimesso la possibilità di spalmare i 60 giorni su tutto l’anno, rendendo impossibile il controllo e prestandosi quindi ancora all’ambiguità tra studentati veri e strutture ricettive. E così la rendita è tornata al centro del villaggio al posto dei servizi ai cittadini.
Una nuova scuola che era stata prevista in viale Spartaco Lavagnini è stata eliminata, così come la norma sul blocco di nuovi supermercati alimentari è stata attenuata con l’accoglimento di una osservazione che chiede la possibilità di ampliare i supermercati esistenti trasformandoli da media struttura di vendita a grande struttura di vendita: e ciò a danno del commercio di vicinato e della prossimità che si voleva tornare a sostenere.
Anche le norme che miravano a limitare le speculazioni edilizie e l’uso degli appartamenti a fini turistici sono state ridimensionate: la previsione di un bagno ogni 30 mq. è stata tolta, così come è stata diminuita a 50 mq. (anziché 55 mq.) la superficie edilizia media, facilitando così il numero di frazionamenti possibili.
E d’altronde, il fatto che la rendita continui ad essere sostenuta trova la conferma anche nell’ultimo bilancio che, come abbiamo visto, si poggia ancora su entrate da turismo e da multe, con una insostenibilità rispetto alla visione di una città che non può dipendere solo dal turismo e di una città progressista, che guarda agli ultimi.
Abbiamo presentato su questi temi emendamenti – conclude il consigliere di Firenze Democratica Massimiliano Piccioli – che speriamo saranno accolti, ma non basta per raddrizzare storture e scrivere una storia diversa. Grazie al Consiglio per il lavoro e grazie a Cecilia Del Re, per il lavoro importante profuso per questo piano che oggi il sindaco ci ha raccontato”. (s.spa.)