“Sono contenta che oggi il Consiglio comunale abbia approvato una risoluzione sul fenomeno delle mutilazioni genitali femminili, una pratica tradizionale violenza che di cui si stima che siano state vittime oltre 80.000 donne e ragazze presenti nel nostro Paese. La risoluzione – spiega la presidente della Commissione pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali Donata Bianchi – sollecita la Regione affinché siano rese disponibili risorse per progetti di sensibilizzazione con le comunità originarie di Paesi a tradizione mutilatoria tramite percorsi di empowerment e sensibilizzazione, che coinvolgano in particolare le donne delle comunità immigrate con le quali elaborare strategie d’intervento per la prevenzione e il contrasto delle mutilazioni, rivolgendosi anche alla componente maschile delle comunità di appartenenza. Si chiedo poi che siano rilanciate le campagne di informazione e formazione affinché istituzioni (in primo luogo la scuola) e servizi del territorio siano in grado di rispondere alle esigenze delle donne che hanno subito MGF o delle bambine vittime o a rischio di esservi sottoposte; sia ricostituito e rilanciato il lavoro del Centro di Riferimento Regionale per le MGF promuovendo anche interventi di prevenzione, compreso in ambito oncologico, a favore delle donne escisse, nonché il potenziamento del coordinamento tra le professionalità sanitarie, con particolare attenzione a quelle che interagiscono con le Istituzioni scolastiche (il pediatra, il medico di base, il ginecologo, l’assistente sanitario) per la rilevazione precoce di situazioni in essere o a rischio potenziale; siano promosse azioni specifiche di sensibilizzazione e informazione anche verso i Centri di istruzione per adulti e i centri di formazione professionale, poiché essi sono contesti nei quali può essere numerosa la componente immigrata appartenente a comunità a tradizione MGF, e ciò li rende quindi ambiti interessanti per una sensibilizzazione culturale sui possibili danni delle MGF alla salute fisica e psicologica, sull’esistenza di interventi riparatori (es. deinfibulazione) e sulle conseguenze legali (anche penali) connesse a tali pratiche; ad aggiornare un’ indagine conoscitiva atta a verificare l'incidenza del fenomeno sul proprio territorio.
L’atto – aggiunge la presidente della Commissione pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali Donata Bianchi – chiede poi al Governo misure specifiche per garantire l’ammissibilità alla protezione internazionale per donne e ragazze che hanno subito o rischiano di subire mutilazioni genitali femminili, che siano messe a disposizione adeguate risorse allo scopo di attuare quanto previsto dalla Legge 7/2006 e affinché le Regioni possano disporre di maggiori risorse per ottemperare a quanto richiesto loro al fine di affrontare in maniera adeguata le numerose problematiche che la materia delle MGF presenta. Al governo centrale si chiede poi di dare piena attuazione ad una strategia integrata di cui le mutilazioni genitale femminili siano una componente insieme al contrasto ad altre pratiche nocive come i matrimoni precoci o forzati; di rafforzare gli interventi di cooperazione internazionale con paesi a tradizione mutilatoria, sostenendo ONG locali di tali Paesi e programmi di prevenzione e contrasto del fenomeno delle MGF in loco”. (s.spa.)