“Pochi giorni fa, precisamente il 13 ottobre, la compagnia teatrale Chille de la Balanza ha compiuto i suoi “primi” 50 anni.
La giornata clou per la compagnia napoletan-fiorentina – spiega il Capogruppo del Partito Democratico Nicola Armentano – è stata domenica 5 novembre con la “Passeggiata a San Salvi”. Una replica straordinaria della passeggiata riconosciuta da Unesco e Consiglio d’Europa: nata 25 anni fa e che, ad oggi, ha superato le 600 repliche con quasi 60.000 spettatori. A seguire, nel Salone dei Cinquecento dei Cinquecento si è svolto “Chille 50”. Un’iniziativa volta a raccontare la forza ed i nuovi propositi dei Chille de la Balanza. Ma i 50 anni dei Chille non sono l’unico anniversario che ricorre in questi giorni di fine anno. San Salvi festeggia, infatti, i suoi primi 25 anni di libertà: il manicomio fu chiuso infatti il 13 dicembre 1998, e da quel giorno partì anche l’avventura dei Chille. Fu l’allora direttore del Manicomio, dottor Carmelo Pellicanò, che volle collegare l’uscita dell’ultimo matto con la creazione di un presidio culturale permanente nell’ormai ex-manicomio per favorire un percorso di rigenerazione urbana, rispettoso della memoria. Un’esperienza unica che fa di San Salvi e dell’AUSL Toscana Centro (proprietaria di larga parte dell’area) un momento esemplare che in tanti hanno provato e provano a seguire in tutt’Italia. È stato bello, nel corso di questi anni, vedere con i “Chille”, un teatro appassionato e genuino che mantiene viva la memoria di quello che è stato San Salvi con un laboratorio teatrale, portato avanti dal regista Claudio Ascoli, ed un modo di fare teatro per i giovani ma che dai giovani prende spunto per portare all’attenzione una nuova visione dello stare insieme.
È stato inoltre presentato, in occasione di “Chille 50” il “Marco Cavallo del XXI secolo”: scultura che i Chille doneranno alla città di Firenze nel giorno-anniversario: appunto mercoledì 13 dicembre. La scultura reinventa quel Marco Cavallo, a firma anche di Giuliano Scabia, che aprì le porte del manicomio di Trieste nel 1973 con un corteo che vedeva in testa Franco Basaglia. Il nuovo Marco Cavallo sarà collocato nell’ex-città manicomio nel prato che costeggia la ferrovia. Il progetto – continua Armentano – nasce dal disegno non realizzato di Leonardo da Vinci per il cavallo per gli Sforza. La scultura, per la cui realizzazione è in corso un crowdfunding (Produzioni dal basso – Banca Etica: vedi sito www.chille.it) che si aggiungerà ad un contributo della Fondazione CR Firenze (Bando Partecipazione Culturale), si candida ad essere il simbolo della definitiva rigenerazione di San Salvi. Mi auguro che in tanti diano un contributo per arrivare all’obiettivo.
La prima opera fu realizzata nel 1973 all’interno del manicomio di Trieste da un’idea di Giuseppe Dell'Acqua, Dino Basaglia, Vittorio Basaglia e Giuliano Scabia. È considerata un’opera collettiva realizzata con il contributo dei laboratori artistici creati all'interno della struttura nosocomiale da Franco Basaglia, allora direttore dell’Ospedale Psichiatrico, e si avvalse del contributo ideale e immaginifico dei pazienti allora reclusi. Alto circa 4 metri e di colore azzurro, come deciso dagli stessi pazienti, lo si volle di così grandi dimensioni, per poter idealmente contenere tutti i desideri e i sogni dei ricoverati, e portare all'esterno un simbolo visibile e rappresentativo dell'umanità allora “nascosta” e “misconosciuta” all’interno dei manicomi. Divenne pertanto “icona” della lotta etica, sociale, medica e politica a favore della legge sulla chiusura dei manicomi, la cosiddetta Legge Basaglia del 1978 , nonché simbolo per gli stessi pazienti delle loro istanze di libertà, liberazione e riconoscimento della loro dignità di persone, fino ad allora negate. Da allora – conclude il Capogruppo PD Nicola Armentano – è esibito in tutto il mondo come installazione itinerante per sensibilizzare l’opinione pubblica e il mondo politico sui problemi della salute mentale. In Italia è stato esibito anche all’EXPO 2015”. (s.spa.)