“Il rischio è di creare soltanto tanti bravi medici laureati in medicina che porteranno la loro intelligenza all'estero con una doppia spesa per le casse dello Stato”
“Rimane irrisolto il problema dei tanti giovani medici che non riescono a specializzarsi”. Il Capogruppo del Partito Democratico Nicola Armentano e la consigliera PD al Quartiere 1 Angela Ruo sono scesi in piazza, a fianco, dei migliaia di medici che vorrebbero specializzarsi ma non possono farlo perché i contratti di formazione non bastano per tutti. “Un problema importante che abbiamo già affrontato in Consiglio comunale. Nella precedente consiliatura – ricorda il Capogruppo del partito Democratico Nicola Armentano con la consigliera PD al Quartiere 1 Angela Ruo – avevamo interpellato il Governo affinché potesse dare ai laureati in medicina la possibilità di fare l'esame di abilitazione. Sono i cosiddetti “camici grigi” cioè medici laureati che non riescono ad accedere alla formazione post laurea, a corsi di specializzazione o di medicina generale, rimanendo nel limbo del precariato. E tutto ciò avviene in un momento in cui la carenza dei medici è sotto gli occhi di tutti e che è stato aggravato dall’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19. Tanti giovani in piazza Duomo a Firenze – sottolineano gli esponenti PD – hanno denunciato questo vero e proprio “imbuto formativo”. Si tratta di tanti aspiranti specializzandi che non trovano lo sbocco formativo. Tanti nostri ragazzi sono costretti ad andare all'estero. Si sono investiti migliaia di euro per formare questi giovani che però faranno i medici altrove. E' davvero importante smettere di fare propaganda – continua il Capogruppo PD Nicola Armentano – di dire che si aumenteranno i posti in medicina e poi non si offre lo sbocco professionale. Nei prossimi 5 anni conseguiranno una laurea circa 52.000 degli attuali studenti di medicina. Si formeranno, nello stesso periodo, soltanto 31.000 specialisti. Attualmente abbiamo circa 10.000 giovani medici ingabbiati nell’imbuto formativo che non riescono ad entrare nelle scuole di specializzazione e nei prossimi 5 anni questi saranno, verosimilmente, il doppio. I pensionamenti, escluso quota 100, saranno circa 45.000 includendo medici dipendenti del SSN, specialisti ambulatoriali e universitari. Ci troviamo, dunque, in una situazione paradossale. E' come il ciclo vitale delle farfalle: ci sono alcuni che ci dicono che è giusto immettere nuovi bruchi nell'ambiente, ma se poi a questi bruchi non diamo mai la possibilità di diventare farfalla è inutile illuderli e far credere a tutti di poter diventare una farfalla. E' un po' quello che accade ai neo laureati in medicina di oggi.
Mancano le risorse per poter accompagnare questi giovani studenti o nei corsi post laurea oppure in un percorso che porta all'assunzione. Il rischio è di creare soltanto tanti bravi ragazzi laureati in medicina che porteranno la loro intelligenza all'estero con una doppia spesa per le casse dello Stato, che spende 150.000 euro per formare un giovane medico.
Quando si fanno delle proposte sulle risorse occorrerebbe pensare intelligentemente e seriamente. Meglio investirle nelle borse di studio post laurea perché altrimenti molti giovani medici italiani professionisti prenderanno il volo: negli ultimi 10 anni abbiamo perso 10.000 medici che hanno scelto di lasciare l’Italia per andare all’estero: Inghilterra, Francia, Germania, Olanda, Stati Uniti. In sintesi – concludono il capogruppo PD Nicola Armentano e la consigliera Pd al Q1 Angela Ruo – non mancano giovani laureati in medicina (52.000+10.000 nei prossimi 5 anni), mancano gli specialisti. Si ricorda, infatti, che oggi è la specializzazione la condizione indispensabile per il giovane medico che vuole lavorare nel SSN. Pertanto non bisogna sprecare risorse per incrementare gli accessi a Medicina. I finanziamenti vanno indirizzati tutti verso il sistema formativo post laurea altrimenti tutti gli sforzi che vengono fatti dall'Università per formare nuovi medici serviranno solamente ad alimentare i servizi sanitari degli altri paesi. Occorre dare la possibilità di fare formazione alla rete ospedaliera ed alle strutture di medicina territoriale italiane. Porteremo questo disagio che ci hanno illustrato i giovani medici all’attenzione del Consiglio comunale”. (s.spa.)