La vicesindaca Galgani: “Oggi Firenze è più verde e più sicura, ora al lavoro per un nuovo piano per essere più resilienti contro i cambiamenti climatici”
Oltre 10mila nuovi alberi e un patrimonio verde che si estende per oltre 922 ettari, di cui 189 sottoposti a vincolo storico. Sono alcuni dei dati contenuti nel bilancio arboreo della città di Firenze degli anni 2019/2024 pubblicato nei giorni scorsi e contenente tutte le informazioni legate all’impegno della direzione Ambiente.
Da questi dati emerge il grande patrimonio arboreo del Comune di Firenze, su cui è ancora in corso un censimento: attualmente sono infatti censiti oltre 79.000 alberi in parchi, giardini, strade, viali, aree collinari. Si tratta di un patrimonio numericamente importante e anche interessante sotto il profilo qualitativo, perché composto da ben 260 specie. Gli alberi più diffusi sono i tigli (oltre 8400 piante), i cipressi (7.672), i bagolari (6.655), i lecci (6.358), gli olivi (4.700) e i platani (4.199).
“Una città più verde è una città più sicura – ha detto la vicesindaca e assessora all’ambiente Paola Galgani – e il nostro impegno è andato nella direzione di ampliare e ridisegnare la ricchezza verde della nostra città. L’aumento del verde e delle alberature, certificato dal censimento sugli ultimi 5 anni, testimonia il nostro impegno e il grande lavoro di squadra da parte dell’Amministrazione. Questi ottimi risultati sono per noi il punto di partenza per un grande piano che porterà ad una Firenze ancora più verde e più resiliente anche contro eventi climatici estremi”.
Un particolare capitolo di lavoro fra il 2019 e il 2024 è dedicato alle pareti verdi che sono state realizzate sugli edifici comunali e sulle scuole. Fra gli esempi ci sono gli edifici comunali di via Baldovinetti, via Carlo Bini, via de' Perfetti Ricasoli, oppure le scuole Bargellini (Via di Novoli), Benedetto da Rovezzano, Kassel, Barsanti, sulle scuole dell'infanzia Carlo Lorenzini, Leoncavallo, Sandro Pertini e sui nidi Trifoglio/Piccolo Naviglio, al Nido Strigonella Dragoncello, sull’ISIS Leonardo da Vinci e alla biblioteca “BiblioteCaNova”.
Le principali cause di abbattimento di alberi avvenute in questo periodo sono legate alla loro pericolosità, o in seguito ad eventi meteo estremi (come accaduto nel 2015 in Lungarno Aldo Moro dove si è verificato il completo sradicamento o la rottura dei tronchi di interi filari). La pericolosità della pianta è ogni volta attestata dopo valutazioni condotte da professionisti incaricati, secondo un protocollo condiviso a livello nazionale e internazionale. A queste perdite hanno corrisposto piani di sostituzione puntuali con un numero maggiore di piante, dove possibile della stessa specie, a ricostituire il disegno originario (in termini numeri quasi il doppio); a volte e solo per motivate ragioni (specie infestante, non adatte al contesto, non originali) con altre specie e con un progetto compensativo che prevede la piantagione di un numero superiore di alberi.
Negli ultimi anni, anche grazie finanziamenti regionali ed europei (React-Eu) sono stati realizzati interventi di “forestazione urbana”, introducendo alberi in strade, piazze o slarghi che ne erano privi. Questo non solo nei quartieri fuori dall’area Unesco, ma anche in centro storico, dove è stato possibile, come sul lungarno della Zecca Vecchia, piazza del Crocifisso, piazza Mentana e piazza Ferrucci. Dal 2019 al giugno 2024 sono stati riqualificate 26 aree gioco di giardini pubblici e scolastici, oltre a 24 aree cani.
(sp)