“La donna etrusca era la più libera nelle società antiche: raffinata, elegante, indipendente, bellissima. Questo nell'antichità.
Sentenze allucinanti, oggi, acuiscono il dolore di donne violentate e uccise e di quante continuano a lottare per una società più equa e rispettosa, orgogliosa del contributo delle donne. I femminicidi sono saliti ad uno ogni tre giorni, lo sforzo delle istituzioni e delle associazioni in questi anni non sono riuscite a ostacolare questa mattanza e a volte neanche a farne parlare con la giusta terminologia visto che anche le sentenze arrivano ad ammettere la gelosia come attenuante.
L'ultima dal tribunale di Torino “Se il marito picchia la moglie solo ogni tanto non è maltrattamento in famiglia”. Il giudice ha detto che sono “atti episodici” ma abbiamo sentito anche dalla magistratura, che dovrebbe applicare e non commentare i fatti, che se non sei abbastanza avvenente non si può parlare di stupro.
In Italia – ha ricordato la presidente della Commissione cultura Maria Federica Giuliani – la prima donna ministro è stata nominata nel 1976, Tina Anselmi. Nell'attuale governo le donne sono solo il 17,19% rispetto alla media europea che è del 35,4%. In Parlamento la presenza femminile è pari al 35,4% e solo il 14% fra i sindaci.
A Marie Curie, fu negato l'accesso all'università in Polonia perché donna, successivamente dopo gli studi a Parigi, studiò alla Sorbona, fu la prima donna ammessa all'insegnamento, fu la prima a vincere il premio Nobel e la sola a vincerlo addirittura in due campi: fisica e chimica. Oggi in Italia, fra i laureati si contano il 15,4 % di donne e il 12,8% di uomini e i dottori in ricerca sono il 52,2% donne e il 47,8% uomini.
Nonostante questo le donne sono solo 6 contro i 76 rettori nelle università; mille su gli ottomila sindaci; nelle imprese cinquemila donne rispetto ai diciassettemila manager uomini. Come sottolinea la sociologa e filosofa Chiara Saraceno “Persiste una implicita quota blu, che riserva le posizioni che contano prioritariamente ai maschi. Non si fa spazio alle donne”.
“La segregazione verticale di genere denuncia la presenza di barriere invisibili, ma straordinariamente resistenti. Di sicuro la situazione è molto ingiusta e non accenna a cambiare” sottolinea correttamente Sabrina Iommi ricercatrice dell'Irpet ed anche il Gender Gap lo conferma.
La tenacia, il coraggio, la passione e la forza delle donne di ieri e di oggi hanno portato all'emancipazione e all'autodeterminazione delle donne. La strada è ancora lunga – ha concluso la presidente Giuliani – anche se tanta strada è stata percorsa, bisogna fare il possibile per arrivare sempre più lontano, senza scordare mai la fatica che è stata fatta per arrivare fin qui e non dare mai per scontato i diritti conquistati”. (s.spa.)