Palagi e Bundu (SPC): "Piazze per la pace in Palestina e in Israele, per il diritto allo studio"

"Più appuntamenti domani in città, per momenti in cui ricordare le responsabilità della politica, di fronte alla violenza"

Queste le dichiarazioni di Dmitrij Palagi e Antonella Bundu - Sinistra Progetto Comune

"Firenze per la Palestina (realtà di cui fanno parte numerose associazioni e realtà del territorio), Comunità Islamica, Comunità Palestinese e Giovani Musulmani hanno convocato un appuntamento in piazza Santa Maria Novella domani alle 18:00.

Prima, alle 15:00, in Fortezza da Basso, ci sarà uno spezzone per la pace in Palestina all'interno del corteo nazionale convocato per il diritto allo studio nel corso di questa estate, quando tra i numerosi sgomberi c'è stato anche quello dello Studentato Autogestito di Ponte di Mezzo (se solo fosse stato di una catena che fa profitto su un diritto!).

La mattina le Donne insieme per la pace saranno in piazza Sant'Ambrogio dalle 11.00.

Non c'è nessuna contrapposizione tra questi momenti e non mancheremo a quelli del pomeriggio (solo perché la mattina ci sono impegni istituzionali che avevamo precedentemente preso).

Esprimiamo solidarietà al Presidente del Consiglio comunale, attaccato solo per aver dichiarato di volere un'unica piazza per la pace, evitando contrapposizioni tra sabato e domenica.

Nelle piazze per la pace in Palestina e in Israele di questi anni, da molto tempo, non ci sono più bandiere di partito, ma solo quelle palestinesi. Per questo riteniamo infondati i timori di vedere i simboli di Hamas, un'organizzazione che fa del fondamentalismo islamico un elemento di identità e che nulla ha a che vedere con le nostre posizioni.

Aggiungiamo che saremo in piazza perché da anni denunciamo la sistematica violazione del diritto internazionale e le responsabilità della politica occidentale, che ha creato i presupposti del conflitto e da sempre finge di non vedere il disastro umanitario che peggiora di anno in anno.

Chi prova ad alimentare le polemiche, le divisioni e le contrapposizioni, nella città di Firenze, non ha a cuore la pace. Riconosciamo nella posizione della Comunità ebraica di Firenze un atteggiamento diverso da quello del Console onorario. Per qualsiasi confronto siamo a disposizione di tutta la città, ma senza ambiguità sulle posizioni e ricordando quelle espresse in questi anni, quando anche un semplice invito ad Amnesty International era l'occasione per attaccarci". (fdr)

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