"Una grave forzatura, dopo quella sulla ristrutturazione edilizia, continua la deregulation urbanistica della giunta"
Questa la dichiarazione di Miriam Amato, consigliera aderente a Potere al Popolo.
"La Variante al Piano Urbanistico di Castello (PUE), a detta dell’assessore Bettarini, sarà approvata dalla sola giunta e non verrà ratificata dal Consiglio Comunale. Una grave forzatura che segue quella di una nuova definizione di ristruttuazione edilizia per gli edifici storici e monumentali, al posto del restauro. “Risparmiare un bel po’ di tempo”, come afferma la Giunta, significa impedire un ampio e necessario dibattito su una delle operazioni urbanistiche ed economiche più significative della storia della città, irrisolta da più di sessant’anni. Un vero e proprio disprezzo delle più elementari regole della democrazia che non può essere giustificato in nessun modo.
La motivazione esposta, ossia la riduzione delle costruzioni, ci sembra risibile. Sono previsti ben 271.200 mq. di nuova edificazione, più del triplo di quanto già costruito con la nuova caserma dei carabinieri (88.000 mq.) per di più a ridosso del previsto aeroporto intercontinentale. Le dimensioni non sono quindi trascurabili e comunque vanno inserite nel quadro più ampio delle previsioni insediative di tutta l’area. Il Regolamento Costruzione ed Esercizio Aeroporti prevede di limitare al massimo il carico antropico dell’area. Ma il Comune verifica il carico antropico non sulla base delle circa 800 presenze in uno spazio ridotto, come può essere quello dei mercati generali, ma lo distribuisce sull’intera area territoriale, ben più ampia. Le condizioni di sicurezza degli insediamenti esistenti e di quelli previsti sono molto precarie. Mercafir, Caserma dei carabinieri e l’area del nuovo stadio resterebbero comunque nelle aree di tutela, anche con il nuovo aeroporto, così come il Palazzo di Giustizia, con i suoi numerosi frequentatori, sarebbe a poche decine di metri dalle stesse, come fa notare il Gruppo urbanistica di perUnaltracittà, di cui condivido l’analisi e le proposte in merito al fatto che le amministrazioni comunali dovrebbero predisporre regolamenti e patti di collaborazione per favorire una reale partecipazione dei cittadini alla vita delle comunità locali. La Piana fiorentina deve essere liberata dalle grandi e dannose infrastrutture per riaffermare la realizzazione integrale del Piano Agricolo della Piana, con le sue potenzialità occupazionali, dalle quali partire per realizzare un laboratorio di sperimentazione ambientale e civica, in chiave antiliberista, solidale e mutualistica. Con la riappropriazione e l’uso collettivo di numerose aree della Piana da parte di attivisti, abitanti, associazioni, in modo da garantire non solo la tutela e la cura delle zone in oggetto ma anche l’interdizione di tutte quelle iniziative che ne potrebbero alterare o distruggere l’alto e prezioso valore ambientale, agricolo ed economico, rendendo anche concretamente realizzabili i progetti di accoglienza integrata che i Comuni sono chiamati ad attuare nell’ambito del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR)".