Polizia Municipale, Grassi: “Il Comandante Casale si presenta in ritardo di ore al concorso da lui presieduto. Senza di lui il Corpo potrebbe solo migliorare”

“Un comportamento poco serio aggravato dalla risposta alle nostre domande dell'assessore Gianassi”

“Il Comandante della Polizia Municipale, Dottor Casale, e al tempo stesso presidente della commissione esaminatrice del concorso per assunzione di nuovo personale del Corpo, si presenta con ore, quasi quattro, di ritardo alla convocazione. Nessuna motivazione seria per la sua assenza. Un comportamento poco serio”. Così Tommaso Grassi, capogruppo di Firenze riparte a sinistra, interroga l'amministrazione comunale sul perché dell'ingiustificato ritardo.

E incalza: “Dobbiamo per forza continuare a subire questo modus operandi? Ogni giorno che passa il Comandante non perde occasione per mostrarsi inadatto al ruolo che ricopre e come avevamo già espresso in altri interventi siamo molto preoccupati per una gestione inadeguata e grave. Come non ritenere ridicolo non soltanto il ritardo del Comandante ma anche imbarazzante il livello dei quesiti che sono stati posti: dalla domanda se è possibile guidare in stato di ebbrezza o se si deve condurre un mezzo con le ruote anteriori sollevate fino a chiedere se in un incrocio bisogna dare la precedenza a destra, a sinistra o a caso. Tutto vero e messo nero su bianco nel testo consegnato ai candidati della prova: neppure alla prova scritta per la patente si fanno queste domande, e siamo sicuri che sapessero molto di più di quello a cui hanno dovuto rispondere. Dopo la lunga attesa ritrovarsi a dover rispondere a certe domande deve esser stato imbarazzante. Molto probabilmente il Comandante non ne sa molto di più di Polizia Municipale e di regole rispetto a queste domande”.

“Le parole di oggi dell'assessore Gianassi – conclude Grassi – non sono affatto soddisfacenti. Oggi non abbiamo sentito nessuna vera motivazione seria o gravità impellente che impedivano al Comandante di arrivare in orario. Non accettiamo giustificazioni di questo tipo e siamo sempre più esterrefatti che ci sia chi ancora difende l'operato del Comandante”. (fdr)

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