Maria Federica Giuliani (Presidente Commissione cultura): “Un’importante produzione che mette al centro la creatività e la vivacità artistica di Firenze”
Andrà in scena sabato prossimo, 16 marzo in prima nazionale al Teatro Goldoni di Firenze alle ore 20,00 lo spettacolo Pinocchio. Frutto del percorso di collaborazione artistica iniziato si dal 2018 da Compagnia Opus Ballet diretto dalla brava Rosanna Brocanello, e Giardino Chiuso diretto da Patrizia de Bari e Tuccio Guicciardini. Una importante coproduzione con Versiliadanza e Fondazione Fabbrica Europa, in collaborazione con Fondazione del Maggio Musicale Fiorentino.
“Uno spettacolo e una produzione che mette al centro la creatività e la vivacità artistica della nostra città, dove la tradizione dialoga con il contemporaneo declinandola nelle varie espressioni artistiche – ha sottolineato Maria Federica Giuliani, presidente della commissione cultura del Comune di Firenze intervenuta alla presentazione – e Firenze, con il Sindaco Nardella, in questi anni ha messo al centro la cultura nelle varie sue forme, ponendo l’accento sul dialogo con il contemporaneo. I risultati sono che i dati che ci offre Federculture, su dati Istat del 2017, sono davvero incoraggianti, Firenze impegna ben 113,18 euro pro-capite pari al 2,7% del suo bilancio in spesa per la cultura ed è la più alta cifra fra i comuni italiani più popolosi. Inoltre in Toscana, sempre secondo i dati di Federculture, la spesa media mensile delle famiglie in ricreazione, spettacoli e cultura è pari a 165,53 euro rispetto ad una media nazionale molto più bassa, che è di 129,74 euro, segno evidente dell’apprezzamento del pubblico delle politiche messe in atto e della importante fruizione da parte delle persone”.
In scena dieci danzatori: Tamara Aydinyan è l’interprete armena, proveniente dalla compagnia Small Theatre/NCA di Yerevan che incarna Pinocchio, affiancata da Leonardo Diana, Lorenzo Di Rocco, Isabella Giustina, Gianmarco Martini Zani, Stefania Menestrina, Giulia Orlando, Riccardo Papa, Françoise Parlanti e Jennifer Rosati. Lo spettacolo si avvale della partecipazione straordinaria dell’attore Virginio Gazzolo che recita testi da Collodi, Kleist, Rilke, Hugo, Baudelaire, Meyerhold. Firma la coreografia Patrizia de Bari, la drammaturgia è curata da Tuccio Guicciardini, i video creati da Andrea Montagnani, i costumi disegnati da Santi Rinciari.
Riproporre un Pinocchio in danza, uno dei personaggi più conosciuti al mondo, non è mai banale. Il celeberrimo burattino di legno è stato protagonista di innumerevoli letture sceniche, dal teatro alla danza, dal musical al cinema, con più o meno fortuna, con più o meno correttezze drammaturgiche, con più o meno rispetto per il fantastico e controverso personaggio collodiano; ma è proprio questa facoltà camaleontica che ha contribuito a costruire il suo indiscusso successo. Sezionato, ridotto, stravolto, rivolto, Pinocchio riesce sempre, da buona “birba”, a mantenere la sua coerenza, il suo impertinente sguardo di burattino, il suo buon nome. Grazie a questa sua generosità interpretativa anche questo lavoro vuole far rivivere il suo mondo ma con una distinta direzione simbolica. Nello spettacolo Pinocchio prende forma, si modella sulle necessità espressive contemporanee, il ceppo di legno prende vita per raccontarsi sotto una luce ancora diversa. Un legno magico, quindi, misteriosamente e consapevolmente apparso nella bottega di Mastro Ciliegia pronto per una nascita meravigliosa, intricante e fantastica di un personaggio che trascende inequivocabilmente dal quotidiano umano e immediatamente pronto per una fuga verso la scoperta e la ingenua curiosità di far parte del mondo terreno.
Le scene si susseguono senza tregua, vorticosamente in viaggi fantastici e perigliosi, alla scoperta delle sensazioni, degli affetti, della giustizia, dell’incerto, dell’amicizia, del tradimento, del divertimento, delle lacrime, della povertà, dell’onestà.
Lo spettacolo incrocia diversi linguaggi teatrali contemporanei. Danza, parola, video, musica si equilibrano nella messa in scena trasportando lo spettatore in un mondo coinvolgente e magico, in una dimensione sospesa. Il movimento aiuta, pur rimanendo fedelmente nelle righe dell’opera di Carlo Lorenzini, il nostro Collodi, la creazione di scene immaginifiche e surreali, sintetizzandone i capitoli più significativi. (s.spa.)