In corso indagini “a raggi X” alla statua di Cosimo I. Bettini e Meucci: “Grande attenzione e accuratezza dell’intervento”
Vanno avanti le operazioni di restauro dei gruppi scultorei di piazza della Signoria. In questi giorni sono in corso indagini non invasive con tecnologia a raggi X sulla statua equestre di Cosimo I per monitorarne lo “stato di salute”. Le analisi si stanno svolgendo sotto la direzione del servizio Belle arti della direzione Servizi Tecnici del Comune, a cura del laboratorio specializzato Thierry Radelet e con il supporto logistico di Cooperativa Archeologia (impresa che eseguirà i restauri). Obiettivo, determinare lo stato di conservazione delle strutture metalliche presenti all’interno delle zampe del cavallo su cui si appoggia il monumento. La vicesindaca Alessia Bettini e l’assessora ai Lavori Pubblici Titta Meucci hanno svolto un sopralluogo al cantiere.
“Operazioni accurate che tengono conto dell’inestimabile rilevanza storico artistica del monumento e che puntano quindi a tutelarlo al meglio. - sottolineano la vicesindaca e assessora alla Cultura Alessia Bettini e l’assessora ai Lavori Pubblici Titta Meucci – In campo ci sono indagini elaborate, come merita una statua così importante, antica e di grandi dimensioni come quella di Cosimo I del Giambologna. È molto interessante scoprire i segreti di questi interventi e per questo vogliamo organizzare anche più avanti una sorta di ‘open day’ perché sia possibile, per chi vuole, visitare i cantieri, osservare questi monumenti da un’angolazione inedita e interessante”.
Le indagini sulla statua equestre di Cosimo I fanno parte di un intenso programma di restauro delle opere artistiche fiorentine, voluto e commissionato dal Comune di Firenze, realizzato ed eseguito da Cooperativa Archeologia che si avvarrà anche delle specifiche competenze dei restauratori Nicola Salvioli e Stefano Landi. L’intervento di restauro include i gruppi scultorei di piazza della Signoria, quindi anche Ercole e Caco di Baccio Bandinelli e la copia del David di Michelangelo poste all’ingresso di Palazzo Vecchio, la copia di Giuditta e Oloferne sull’Arengario di Palazzo Vecchio.
Il restauro è stato possibile grazie all’accordo tra il Comune di Firenze e la maison fiorentina Salvatore Ferragamo S.p.A. che, tramite Art Bonus, ha elargito ancora una volta un’erogazione liberale destinandola alla conservazione del patrimonio artistico italiano.
Con l’avvio della cantierizzazione del monumento del Giambologna, gli uffici hanno svolto indagini conoscitive e diagnostiche per individuare le metodologie di intervento più opportune per il caso specifico, trattandosi di una statua in bronzo del 1500, di grande valore e ubicata all’aperto. Da qui la decisione degli uffici di procedere all’esecuzione di indagini RX digitali, le più accurate per capire le condizioni del metallo all’interno del bronzo in un monumento di questo genere, rivolte alle due zampe del cavallo alle quali, tramite due perni posti all’interno, è affidato il compito di trasferire sul basamento il totale carico della statua. Le indagini hanno l’obiettivo di determinare la condizione dell’attuale staticità della statua, di monitorarne nel tempo le eventuali modificazioni e scongiurare fenomeni di degrado. Le radiografie sono eseguite secondo le procedure stabilite dalla ASL, in orario notturno e in piena sicurezza, impedendo durante l’esecuzione il transito nell’area circostante la statua.
(sa. ca.)